“Tutte le macchine e le invenzioni esposte sono state ricostruite secondo i codici vinciani e l’intero progetto è stato accreditato dal professore Carlo Pedretti, il maggiore studioso internazionale di Leonardo Da Vinci”. Queste le parole di Maria Gabriella Capizzi, curatrice della mostra “Viaggio tra le macchine di Leonardo Da Vinci. Il coraggio dell’impossibile” dedicata allo studioso Leonardo Da Vinci, che con grande orgoglio ed emozione ci spiega, camminando per i saloni del Convento del Ritiro ad Ortigia, location dove dal dieci marzo al trentuno ottobre sarà possibile ammirare e “toccare” con mano le macchine e le invenzioni dello scienziato.
È quasi tutto pronto per una nuova tappa della mostra. Ci racconta come avviene il suo incontro con Leonardo Da Vinci?
“In maniera molto fortuita. Mi trovavo, per lavoro, a Firenze e il destino volle che camminando per via Cavour la mia attenzione venne rapita da una “particolare” bicicletta posta davanti al museo. Entrai e m’innamorai delle macchine esposte. Quel giorno, come per magia, era presente anche il proprietario del museo. C’è stata subito una simpatia reciproca tra Gabriele Niccolai e me, il quale mi spiegò dettagliatamente tutte le invenzioni e così iniziò questo viaggio”.
Cosa successe dopo quel momento?
“M’innamorai del pensiero, della persona e dello spirito di Leonardo a tal punto che giorno dopo giorno divenne un pensiero fisso. Avevo saputo, nel frattempo, che la famiglia Niccolai in Sicilia non aveva nessun contatto o aggancio. Chiedo ai Niccolai di far conoscere più approfonditamente la figura di quest’uomo e, così, le invenzioni dello scienziato arrivarono in Sicilia”.
Rispetto alle scorse edizioni quali sono le novità di quest’anno?
“In questo nuovo allestimento ci sarà anche un settore dedicato ad Archimede, perché ho scoperto che Leonardo Da Vinci era un grande estimatore del famoso siracusano. Quest’anno mi sono caricata di un nuovo sforzo finanziario, in quanto saranno esposte anche dieci macchine di Archimede. Da giugno sarà dedicata una sezione al pitagorico. Noi in questo momento siamo un distaccamento del museo di Firenze e un proseguo di tutti i musei del mondo”.
Come si svolgerà la mostra? Ci sarà un percorso interattivo?
“Si potrà vedere e toccare, ovvero ci sarà una sala speciale adibita all’interattività in cui adulti e bambini potranno interagire con le invenzioni. Nel sito, www.leonardodavinciarteprogetti.com, è possibile conoscere tutta l’evoluzione di questa storia ed essere aggiornati sui vari eventi in programma”.
È stata ed è un’iniziativa molto dispendiosa. Ha ricevuto contributi da parte della Regione o di Enti pubblici per poter affrontare le spese come il semplice trasporto delle invenzioni?
“Tutto è stato autofinanziato da me. Ho messo tutto quello che avevo in quest’iniziativa. È stato come giocare a poker. (ride) Ho scommesso sulla cultura investendo e rischiando, ma alla fine ho vinto io”.
Immagino che non sia stato facile allestire ogni particolare di una mostra itinerante di così grandi dimensioni …
“Ovviamente non è stato facile. La prima tappa fu a Noto il 5 aprile. Tutti pensavano che questo progetto sarebbe stato un suicidio, perché nessuno avrebbe compreso la potenza di quest’uomo. Decido, nonostante i pareri discordanti, di non ascoltare nessuno e di andare avanti. Il successo ottenuto, al di là di ogni aspettativa, è stato enorme e ne sono felice”.
In questo momento qual è la sua aspirazione?
(ride)
“Il mio obiettivo è trovare una fissa dimora a Leonardo in Sicilia. In questa mostra di Siracusa, dopo già aver testato l’accoglienza e l’interesse in un’altra esposizione evento a giugno con oltre undicimila visitatori, con tutto lo staff, abbiamo capito che questa città può essere la casa ideale dove far nascere un museo permanente”.
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