Ho avuto il piacere di conoscerli entrambi quando lavoravamo in Tanzania, io per l’ong COPE e loro per il CVM, lui coordinatore generale e lei in servizio civile, nella magica cittadina di Bagamoyo. È li che il loro viaggio insieme come coppia ha avuto inizio e dopo qualche anno eccoli all’altare, attorniati da parenti e amici, per il fatidico SI. Da quel giorno ha inizio una nuova
avventura e adesso a distanza di quasi 8 mesi dalla loro partenza in viaggio di nozze, un viaggio che non è ancora giunto a termine, ho chiesto loro di raccontarmi un po’ di questa scelta alternativa, e di quanto hanno visto, visitato e vissuto fino ad oggi, grazie al loro progetto Alterrative. Loro sono Daniela Biocca e Stefano Battain e questo è quanto mi hanno inviato dall’India dove si trovano in questi giorni…
Non volevamo fare un “semplice” viaggio intorno al mondo
“Quando abbiamo detto: “Se volete quindi farci un bel regalo, aggiungete chilometri e sorrisi al nostro percorso!”, non sapevamo che quello che stavamo chiedendo e quello che stavamo ricevendo era in realtà molto di più. Dopo 7 mesi e 23 giorni di viaggio, aver visitato 18 paesi, aver fatto e disfatto lo zaino 145 volte, non abbiamo semplicemente percorso 27.034 Km via terra, ma abbiamo vissuto e conosciuto molto di più di quanto avremmo mai immaginato. Per quanto si possa programmare un viaggio certe cose non si possono prevedere: è il meraviglioso fattore del caso o del caos. Sapevamo certamente che non volevamo fare un “semplice” viaggio intorno al mondo. Sicuramente non avremmo perso l’occasione di camminare 5 giorni sulle Ande, toccare i 4,640 m slm per raggiungere ed ammirare le rovine di Macchu Picchu, oppure di guardare la linea dell’orizzonte dalle coste frastagliate di Rapa Nui in compagnia dei Moai e nemmeno quella di perdersi tra le rovine Khmer di Angkor, in Cambogia. Ma volevamo di più, volevamo rendere “nostro” questo viaggio.
Dopo aver lavorato per quasi 6 anni tra Tanzania e Sud Sudan in progetti di sviluppo rurale con le comunità locali, ci siamo più volte interrogati sulle dinamiche culturali, linguistiche, religiose e culturali. L’incontro con l’altro, la scoperta di stili di vita differenti rispetto al quale siamo cresciuti, la scoperta del nuovo ci ha spinto a guardare ad alcuni aspetti della nostra vita in maniera diversa, da un’altra prospettiva. Ma soprattutto ci ha messo davanti a tante sfide alle quali non si sa bene come comportarsi. Ad esempio, di fronte ad un problema, cosa si fa, come si deve reagire? Agisco da solo? Chiedo aiuto? Condivido? Come si comporterebbero gli altri? Cosa farebbe un altro nella mia stessa situazione? Dalla vita quotidiana al lavoro, dove a volte non c’era una vera separazione, si cercano le risposte nelle persone vicine, nel confronto. A volte si riesce a trovare la via più giusta, a volte, invece, ci si perde.
ALTERRATIVE e il viaggio si trasforma in progetto
Proprio arrovellandoci su queste domande che abbiamo pensato di prendere una pausa dal lavoro e dare vita al progetto ALTERRATIVE. Viaggiare per scoprire come vivono le persone, cosa conta per loro, come si mobilitano per ottenere o difendere quello che amano. Abbiamo deciso che parole come terra, acqua, semi e donna ci avrebbero fatto da guida in questo viaggio e abbiamo selezionato i paesi in cui sapevamo di incontrare organizzazioni, movimenti o individui che hanno scelto di reagire a qualcosa che non ritenevano giusto. Per 6 mesi, nei ritagli di tempo, abbiamo programmato e pianificato la
logistica del viaggio, contattato associazioni, professori, università, centri di ricerca, sviluppato le linee guida della nostra ricerca, trovando spesso appoggio e, ovviamente, anche tanti silenzi. Chiariti il cosa e il quando, dovevamo definire il quando e il come. Quale momento migliore se non quello dopo la celebrazione del nostro “giorno felice”? Cosi, in occasione del nostro matrimonio, ci siamo detti: “Perché non approfittare ora per realizzare il nostro progetto? Perché non coinvolgere parenti ed amici e chiedere loro di appoggiare ALTERRATIVE?”. Il 20 settembre 2014 ci siamo sposati, e dopo aver concluso i nostri
contratti a febbraio, aver fatto gli ultimi preparativi e salutato i nostri cari, il 23 marzo siamo partiti con l’anello al dito e lo zaino in spalla per il nostro viaggio di nozze-progetto. Tunisia, Marocco, Spagna, Portogallo, Stati Uniti d’America, Messico, Cuba, Polinesia, Cile, Thailandia , Giappone, Cambogia…sono solo alcune delle tappe di questo viaggio che sta per volgere al termine.
Ad oggi, abbiamo intervistato ufficialmente 59 persone e parlato con altre centinaia. Ognuno di loro ci ha insegnato qualcosa di nuovo, ci ha mostrato il mondo da angolazioni diverse, ci ha lasciato uno sguardo, una parola, una lezione, un messaggio. Come se ognuno di loro fosse ormai parte della nostra famiglia, amici di vecchia data. Non dimenticheremo mai la loro accoglienza e il loro calore. Fanno parte di noi, del nostro progetto, della nostra storia. Giorno dopo giorno è fiorita in noi la consapevolezza che questo viaggio non è che l’inizio di un progetto più ampio. Un progetto che ci sta facendo crescere molto come persone, ma anche come coppia, che ci aiuterà non solo nel nostro lavoro ma soprattutto nella vita di tutti i giorni, a fare delle scelte, a capire come vivere.
Mancano poche settimane al rientro in Italia. Man mano che la data si avvicina, sentiamo che non siamo alla fine del viaggio, ma che ci stiamo avvicinando all’inizio di un’avventura più grande.”
Grazie ragazzi e buon proseguimento!
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