Agricoltura, alimentazione ed effetto serra


Si è svolta a Viagrande presso il Centro Diurno per anziani, una conferenza sul tema: “L’alimentazione umana corrente, impatto ambientale, effetto serra e salute; organizzata dall’Istituto omeopatico siciliano con il patrocinio del Comune di Viagrande.

La dottoressa Nicolosi, endocrinologa,  ha sottolineato come  l’obesità viscerale che è di origine alimentare, sia da mettere in relazione con l’aumento in percentuale di carcinoma del tratto gastroenterico.

Il relatore della conferenza, Salvo Coco, omeopata,  ha ricordato come il suo approccio al vegetarianesimo sia iniziato da giovane, durante un lungo soggiorno in India. L’alimentazione ha un impatto sia sulla propria salute che sull’ambiente. Nel 2007 è stato pubblicato da parte dell’ IPPC (intergovernamental Panel on Climate Chance) delle Nazioni Unite, il 4° rapporto di valutazione. Esso mette in risalto come siano aumentate le concentrazioni atmosferiche sia di CO2, che di metano ed anche di protossido di Azoto (NO2). Quest’ultimo ha un effetto  sul riscaldamento globale, 300 volte più potente del CO2. La conseguenza di tutto questo, è il tristemente noto EFFETTO SERRA.

Un momento della conferenza. PH.Rossella Maria Maugeri
Un momento della conferenza. PH.Rossella Maria Maugeri

E’ il risultato dello stile di vita modificato dalla Rivoluzione industriale che ha portato la popolazione, a consumare grandissime quantità di combustibili fossili (carbone, metano, petrolio), gran parte per produrre elettricità nei centri urbani; ma  ha anche portato una modificazione dell’agricoltura, tesa a produrre cereali in monocolture per la nutrizione di animali d’allevamento.

Gli allevamenti intensivi, industriali, in modo speciale quello bovino, aumentano la concentrazione del metano in tal misura da costituire la 2° causa di riscaldamento globale dopo l’energia assorbita dagli edifici, dunque una diminuzione dell’uso di carni potrebbe costituire un primo passo per la soluzione del problema.

Da considerare oltre all’inquinamento dell’aria, anche quello del suolo e delle acque. Negli allevamenti, i liquami prodotti sono carichi di fosfati, antibiotici e di metalli pesanti come rame e zinco che vengono aggiunti ai mangimi per aumentare la resa in termini economici. Queste deiezioni, vengono rilasciate nell’ambiente, provocando acidificazione, possono raggiungere le falde acquifere superficiali e profonde con conseguente inquinamento da germi patogeni. Se poi vengono rilasciate nei corsi d’acqua, possono provocare eutrofizzazione, ossia aumento delle alghe, quindi diminuzione dell’ossigeno e conseguente scomparsa di organismi vegetali ed animali di vario tipo.

Per impiantare un allevamento, occorrono autorizzazioni esattamente come gli impianti industriali o di incenerimento di rifiuti. Tutto questo, ha un impatto pesantissimo sulla salute della popolazione.

Le cause che producono malattie possono essere di origine esterna (agenti climatici e fisici) o interna (cause genetiche, educazione, struttura caratteriale ed emozionale).  Se si considerano le malattie che conducono a morte (secondo statistiche statunitensi), al primo posto troviamo le cardiopatie legate all’aumento di colesterolo, al secondo il cancro, successivamente l’uso eccessivo ed improprio di farmaci, ed a seguire: ictus, malattie respiratorie croniche, incidenti, diabete mellito, influenze e polmoniti, Alzheimer.

Da studi approfonditi si evince che la drastica diminuzione di alimenti di origine animale fino a raggiungere l’aliquota massima del 5% nella composizione del menu quotidiano, abbatte l’incidenza percentuale di tali malattie. Al contrario, l’assunzione di proteine di origine vegetale anche se in dosi elevate, non presenta questi inconvenienti. Inoltre l’uso dei cibi integrali, ci fornisce un pool di nutrienti sufficiente a mantenerci in buona salute senza bisogno di alcun integratore.. Il suolo agrario, ha uno spessore di non oltre dodici centimetri, i fertilizzanti e la meccanizzazione hanno impoverito questo strato così delicato.

E’ successivamente intervenuto il dottor Alfio Furnari, Presidente AIAB che ha posto in risalto il cambio di rotta che è stato effettuato dai primi anni settanta, tempi in cui l’agricoltura tendeva solo ad una massiccia produzione e gli esuberi di prodotto venivano distrutti o trasportati in paesi poveri, cosa che comportava ulteriore consumo di carburante. Il suolo agrario, ha uno spessore di non oltre dodici centimetri, i fertilizzanti e la meccanizzazione hanno impoverito questo strato così delicato. Negli anni settanta, si diffonde l’agricoltura biologica che ha come obbiettivo primario quello di ripristinare l’equilibrio del suolo attraverso il rispetto delle caratteristiche del luogo e del clima locale, considerando la vegetazione specifica e l’interazione con le specie animali autoctone. Gli allevamenti animali, saranno nutriti con le risorse che offre il territorio ed integrandoli con la capacità di assorbimento del territorio. Viene favorita la biodiversità, la policoltura e l’agricoltura biodinamica. Con questo criterio, se si dovesse presentare un problema, si ricercano le cause che l’hanno  generato, interagendo con integrazione di concimi naturali. In sintesi si cerca di ottenere la sostenibilità della salute della terra nel futuro.

Ha concluso il  dottor Paolo Guarnaccia del Dipartimento Agricoltura, Alimentazione ed Ambiente, Università di Catania; docente dell’insegnamento di Agricoltura biologica, facendo notare, l’importanza di una corretta informazione della prevenzione, sostenuta da politici sensibili, dal rispetto per la cultura e tradizione locale.

In Sicilia (tradizionalmente produttore di grano), viene importato grano straniero che per avere una maggiore produttività viene trattato con prodotti che favoriscono lo sviluppo delle aflatossine, altamente tossiche.  Con il risultato di rendere poco digeribili tutti i prodotti che ne derivano. Dunque la prima prevenzione è l’alimentazione.

Ecologia, ambiente, salute in armonia con animali e biodiversità. Il BIO è il sistema privilegiato delle aree protette. Oggi il 30% dell’Etna è agricolo, ma c’è un mosaico ambientale unico ed estremamente valido. E’ importante utilizzare la frazione umida dei rifiuti in compostaggio. La nostra salute dipende da quella della Terra!

 

La nostra salute dipende da quella della Terra!

 

 

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