Come fermare l’inquinamento utilizzando whatsapp


WhatsApp greenpeace plastic radar

Come si risolve il problema inquinamento? A rispondere a questo interrogativo ci ha pensato Greenpeace con il progetto Plastic Radar, finalizzato alla raccolta dei rifiuti di plastica sui fondali, sulle spiagge o che galleggiano sulla superficie dell’acqua.

Per segnalare la presenza di plastica inquinante bisognerà inviare un messaggio Whatsapp al numero +39 342 3711267 allegando le foto in cui l’oggetto/rifiuto sia ben riconoscibile e, se possibile, anche il marchio dell’azienda produttrice insieme alle coordinate geografiche del luogo in cui il rifiuto è stato rinvenuto.

Effettuata la segnalazione tutti i partecipanti dovranno differenziare i rifiuti riponendoli negli appositi contenitori, in attesa che Plastic Radar provveda a ritirali.

L’iniziativa è partita lo scorso anno e dato il suo riscontro positivo si è deciso di riproporla anche per la stagione estiva 2019 inserendo nella raccolta anche laghi e fiumi, una delle vie d’ingresso principali dei rifiuti in mare.

“Nella nostra recente spedizione di ricerca e documentazione MAYDAY SOS Plastica nel Tirreno, abbiamo verificato che i nostri mari e le nostre spiagge sono soffocate dalla plastica” ha dichiarato Giuseppe Ungherese, il responsabile della Campagna Inquinamento di Greenpeace Italia.

Il fine dell’iniziativa è quello di puntare l’attenzione sull’emergenza ambientale coinvolgendo ogni cittadino nella raccolta, per cercare di risolvere nel proprio piccolo questo problema.

Il sito plasticradar.greenpeace.it pubblicherà le tipologie di rifiuti più comuni che “albergano” in mari, spiagge, fiumi e laghi, a quali categorie appartengono e quali sono le aziende maggiormente coinvolte nell’utilizzo di plastica monouso per i propri prodotti. Ungherese sostiene che la fonte primaria di produzione di plastica monouso è infatti rintracciabile nelle aziende, che continuano a lanciare sul mercato prodotti con involucri inquinanti.

“Se vogliamo veramente fermare l’inquinamento da plastica nei nostri mari è necessario che le grandi aziende avviino immediatamente programmi per ridurre drasticamente il ricorso all’utilizzo di imballaggi e contenitori in plastica usa e getta” conclude Ungherese. Greenpeace ha inoltre lanciato una petizione (no-plastica.greenpeace.it), sottoscritta da più di un milione di persone in tutto il mondo, in cui si chiede ai grandi marchi come Coca-Cola, Pepsi, Nestlé, Unilever, Procter & Gamble, McDonald’s e Starbucks di ridurre l’utilizzo di contenitori e imballaggi in plastica monouso.

Articolo di Giuliana Olindo

 

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