Gli scarti degli agrumi possono essere trasformati in energia pulita. È tutto siciliano il progetto che prevede di trasformare da rifiuto a risorsa le polpe, i semi e le bucce che residuano dalla trasformazione degli agrumi, il cosiddetto pastazzo. L’impianto pilota realizzato nel capoluogo etneo, è stato presentato nella sede dell’Azienda Agraria Sperimentale dell’Università degli Studi di Catania, può. L’operazione nasce nell’ambito del progetto “Energia dagli Agrumi: un’opportunità per l’intera filiera” promosso dal Distretto Agrumi di Sicilia con la collaborazione del Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente (Di3A) dell’Università di Catania e della Cooperativa Empedocle. E con il finanziamento non condizionato di The Coca-Cola Foundation. Alla presentazione hanno preso parte Luciano Cosentino (direttore Di3A), Giuseppe Castiglione (sottosegretario Ministero Agricoltura),Giacomo Pignataro (rettore Unict),Salvatore Moschella (Presidente Limone di Siracusa IGP), Federica Argentati (presidente Distretto Agrumi di Sicilia), Vittorio Cino (direttore comunicazione The Coca Cola Company), Beno Biundo (presidente Coop Empedocle), Giuseppe Pasciuto (presidente Arancia di Ribera Dop).
Scarti degli agrumi: quanto costa smaltirli?
Oggi smaltire oltre 340 mila tonnellate di pastazzo prodotte mediamente ogni anno, costa alla filiera oltre 10 milioni di euro (30 euro/tonnellata). Un impianto capace di valorizzare pastazzo di agrumi, altri sottoprodotti delle filiere agroalimentari mediterranee e colture in rotazione o secondi raccolti può fornire, ad esempio, 500 normal metri cubi di biogas ed attivare un generatore in grado di produrre 1 MW di energia elettrica, sufficiente per alimentare in media il consumo di 333 abitazioni. “Il “pastazzo”, che rappresenta circa il 60% del quantitativo trattato, attualmente viene gestito come fosse un rifiuto e genera costi elevati e imprevedibili.
È utilizzato solo in parte come ammendante in agricoltura e, in minime quantità, come mangime per animali, additivo per alimentazione umana o compost. Questo è un progetto che ha molteplici risvolti positivi. – ha sottolineato Federica Argentati, Presidente Distretto Agrumi di Sicilia. – Il primo è quello di aver acceso i riflettori su un problema reale legato al riutilizzo di un sottoprodotto, il pastazzo, che da fattore critico ha tutte le potenzialità per divenire risorsa. Secondo: ha favorito il dialogo tra pubblico, l’Università ed il privato, ossia le aziende della filiera”.
“L’iniziativa – come spiega Biagio Pecorino, Professore di Economia ed Estimo Rurale dell’Università degli Studi di Catania – mira a implementare tecniche e soluzioni innovative che consentono di aumentarne le quantità impiegate nella digestione anaerobica per la produzione di energia elettrica, biometano, bioprodotti e nutrienti per il terreno, avviando un processo circolare e virtuoso su molteplici livelli”. Beno Biundo, Presidente della Cooperativa Empedocle, società specializzata nella realizzazione di impianti che producono energie da fonti rinnovabili, ha infine chiarito: “In natura, in agricoltura, nelle produzioni agroalimentari il rifiuto non esiste. Tutto può essere rimesso in circolo e diventare fonte di reddito. Non ci possiamo più permettere il lusso di rifiutare i doni di Madre Natura”.
Trasformazione degli scarti degli agrumi. I vantaggi
Gli esperti insistono sulle potenzialità del progetto che prevede la trasformazione degli scarti degli agrumi evidenziandone i vantaggi economici: attraverso la riduzione dei costi di smaltimento ci sarebbero ricadute positive sull’intera filiera; sui vantaggi ambientali in quanto lo scarto viene riutilizzato per produrre energia rinnovabile, termica ed elettrica, determinando un abbattimento di emissioni di CO2 in atmosfera; vantaggi sociali perché la realizzazione di una rete di impianti darebbe al territorio un forte contributo dal punto di vista occupazionale creando nuovi posti di lavoro su tutto il territorio regionale. L’obiettivo è di estendere il progetto all’intera isola.
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