Grazie anche alle ottime condizioni meteorologiche che hanno reso possibile osservare l’evento con una rete di telecamere visive e termiche di sorveglianza dell’INGV-Osservatorio Etneo, lo spettacolo dell’eruzione dell’Etna della scorsa notte è stato ancora più sbalorditivo. L’acme del parossismo – come spiegano in una nota ufficiale gli esperti dell’INGV Osservatorio Etneo – dell’attività eruttiva del vulcano nella notte è avvenuto fra le ore 03:20 e 03:50, quando una sostenuta fontana di lava ha raggiunto altezze di ben oltre 1 km. L’attività eruttiva all’interno del cratere Voragine, spesso chiamato anche Centrale, è stata molto violenta, secondo gli esperti addirittura tra le più forti degli ultimi 20 anni. La stessa Voragine era stata luogo di due parossismi
particolarmente intensi, il 22 luglio 1998 e il 4 settembre 1999, con caratteristiche simili a quelle di questo 3 dicembre. Entrambe avevano infatti prodotto fontane di lava, che nel caso del 4 settembre 1999 avevano superato 2000 metri in altezza, e colonne eruttive (quella del 22 luglio 1998 avevano raggiunto un’altezza di 12 km sopra il livello del mare) con abbondante materiale piroclastico. La nube di materiale piroclastico formatosi in quest’occasione è stata spostata dal vento verso nordest, causando ricadute di cenere su abitati come Linguaglossa, Francavilla di Sicilia, Milazzo, Messina e Reggio Calabria, dove l’aereoporto è stato chiuso temporaneamente, in attesa di un possibile cambiamento delle condizioni atmosferiche. L’eruzione di questa notte infatti ha fatto risvegliare Reggio Calabria e Messina sotto una coltre di cenere, che oltre ad essersi adagiata al suolo, su strade, tetti, balconi e auto, ha anche oscurato il cielo, dando al panorama dello Stretto un aspetto quasi surreale. All’alba l’attività eruttiva era sostanzialmente cessata, anche se alcune deboli emissioni di cenere sono avvenute ancora sia dalla Voragine sia dal Cratere di Nord-Est e dal piccolo cratere a pozzo apertosi recentemente sull’alto fianco del Nuovo Cratere di Sud-Est. La tempesta di cenere, trasportata dal vento, è arrivatA fino in Sila e sul Pollino, proseguendo addirittura verso la Basilicata, e coinvolgendo almeno 3 milioni di persone. Al di là dei pericoli e i disagi causati dalle polveri e ceneri, che hanno costretto anche alla chiusura temporanea ad arricchire lo spettacolo di ieri notte, si è aggiunta una vera e propria tempesta di fulmini vulcanici. Quest’ultimi, rarissimi, non venivano osservati dal 28 febbraio 2013.
Scrivi un Commento