Si è aperta la Settimana del pianeta Terra e in tutta Italia, fino al 19 ottobre, ci saranno 152 eventi che permetteranno di scoprire le Geoscienze, diffondere il rispetto per il territorio, divulgare l’inestimabile patrimonio nazionale, non solo dal punto di vista artistico, ma anche ambientale. Investendo sull’ambiente si piò migliorare la qualità della vita e la sicurezza del nostro territorio.
In quest’ottica è stato organizzato un seminario sui vulcani di fango, ospitato dall’istituto Lombardo Radice di Catania. Il Relatore dell’evento, Piero Mammino, geologo e insegnante, ha coinvolto gli studenti e i docenti del liceo in un argomento poco conosciuto, ma che ha fatto discutere molto nei giorni passati, in seguito all’esplosione di un vulcanello nella riserva delle Maccalube ad Agrigento, che ha provocato la morte di due bambini.
“Siamo fortemente interessati- ha dichiarato Pietrina Paladino, dirigente scolastico della scuola- agli argomenti che riguardano l’ambiente. Grazie alla preparazione del prof. Mammino, abbiamo colto l’occasione per far riflettere i ragazzi sugli eventi della natura e sviluppare il loro senso critico. In un periodo in cui si stanno verificando gravi calamità naturali, sentiamo la necessità di informare gli studenti, in modo che essi stessi possano essere i vigilanti della sicurezza, i primi a segnalare un pericolo e a individuare un cambiamento ambientale”. L’evento, organizzato a livello nazionale dalla FIST, Federazione Italiana di Scienze della Terra e dall’associazione Geoetna, ha permesso di chiarire ai partecipanti, come nasce un vulcano di fango e che tipo di problemi può creare. Questi tipi di vulcani, sono presenti in tutto il mondo, anche in Sicilia. Alcuni sono poco conosciuti. I più importanti sono situati ad Agrigento, come quello di Maccalube di Aragona, a Caltanissetta, a Paternò e a Belpasso. Attraverso le immagini proiettate, si è notata la vicinanza di alcuni di essi alle zone abitate. La loro origine è di tipo sedimentaria e non ha a che fare con i vulcani magmatici. Sono il risultato della tettonica collisiva. “ Gli ultimi parossismi- ha spiegato Mammino- del vulcano di fango di Maccalube di Aragona, sono stati molto frequenti. Il pericolo per chi si avvicina in quelle zone è di essere travolto da un’ondata di fango, che viene sputata all’improvviso e in pochissimo tempo. Uno dei vulcani di fango attivo di cui si parla poco è quello di Terrapelata, nei pressi di Caltanissetta, la cui ultima eruzione del 2008, ha provocato un sima che ha danneggiato gli edifici e le strade vicine, senza fortunatamente arrecare danni alle persone. È inoltre scarsamente protetto e lì vicino vi giocano spesso i bambini a palla. È importante l’informazione per conoscere e convivere con gli elementi della natura. Vicino Catania, a Salinelle di Paternò, si trova un altro vulcano che fin ora non ha creato problemi, anche se lì vicino è stato costruito uno stadio. La zona del vulcano è stata per molto tempo una discarica e da poco è stata rivalutata. Nel 2013 a Paternò c’è stato un incremento dell’attività parossistica e si sono aperte delle piccole bocche in una zona un po’ più distante dalla bocca principale, vicino strade e marciapiedi. Altro vulcano d’interesse è quello di Salinelle di San Biagio, nella zona di Belpasso. Si trova lontano dalle zone abitate ed è ben conservato, poiché lontano dall’inquinamento”. Per evitare altre tragedie è opportuno un monitoraggio costante con adeguati strumenti scientifici. Gli studenti hanno partecipato attivamente all’argomento, presentando un video finale sull’ambiente.
Scrivi un Commento