Arriva il food raising per donare pasti agli animali abbondati


food raising

Si ripresenta ogni anno il problema dell’abbandono degli animali. Con il rientro in città, torna in primo piano la situazione degli amici a quattro zampe: sono circa 900.000 i cani e gatti nei rifugi di tutta Italia ed ogni anno 100.000 animali vengono abbandonati, di cui 30.000 vengono accolti nei rifugi Enpa presenti sul territorio. Provvedere al loro sostentamento, a partire da una sana alimentazione, rappresenta un aspetto fondamentale per garantire loro un futuro. E’ con questo obiettivo che parte il progetto di food raising di Enpa e Friskies: una sorta di ‘banco alimentare’ per amici a quattro zampe con cui garantire fino a 1 milione di pasti completi e di qualita’ agli amici animali ospitati nei rifugi ENPA in tutta Italia. La campagna, realizzata nell’ambito dell’edizione 2015 di ‘Friskies Gli Inseparabili’, vede la rinnovata collaborazione tra ENPA -Ente Nazionale Protezione Animali- Friskies e ‘A cuccia di cuori’, la docu-fiction in onda su La5.

Food raising il “banco alimentare” per gli animali

La campagna di food raising torna dopo aver gia’ raggiunto nel 2014 l’incredibile traguardo di 1 milione di pasti e fino al 31 ottobre, ha l’obiettivo di raccogliere nuovamente fino a 1 milione di pasti. Parallelamente a questa campagna, dallo scorso 7 settembre sono tornate in onda le repliche delle puntate della seconda edizione di “A cuccia di cuori” – la docu-fiction realizzata nei rifugi ENPA: nel corso delle 20 puntate in onda su La 5, il programma racconta le storie di cani, gatti e piccoli animali che hanno trovato una vera famiglia.

Enpa e’ attiva sul territorio da piu’ di un secolo con attivita’ e campagne mirate alla tutela e al benessere degli animali; tra le sue attivita’ principali c’e’ la gestione di rifugi in cui accogliere animali in difficolta’, prendersene cura e dare loro una seconda possibilita’ in una vera famiglia.

 

Articolo Precedente Brevetti e ricerca universitaria, si punta sul "valore aggiunto"
Articolo Successivo Agricoltura, lavoro nero ormai quasi al 25%

Scrivi un Commento

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *