Pillole di… pet therapy


Mai come in questi ultimi anni in Italia si parla sempre più di terapie alternative in campo pscicoterapico e così si spazia dalla musicoterapia alla danza e teatro terapia sino ad approdare anche alla Pet therapy. E’ fondamentale sottolineare che in quanto “terapia alternativa” non si presta a sostituire le cosiddette “terapie classiche” (come cure farmaceutiche , psicoterapie, fisioterapie ecc.) piuttosto ne vuole essere da supporto.

La Pet Therapy è rivolta ad una tipologia di utenza molto varia: si va dall’anziano al malato di Alzheimer, dal bambino con difficoltà relazionali sino all’autismo, dal disabile fisico al paziente psichiatrico ed anche ai malati terminali.

Diverse sono le bibliografie che approfondiscono questo argomento tutte comprovanti i benefici che il contatto con gli animali genera su un piano fisiologico , psicologico e sociale nell’uomo.

Solo di recente in Italia ci sono ospedali che promuovono la pet therapy ad esempio nei reparti pediatrici al fine di poter donare ai bambini momenti di gioia legata sia alla curiosità che un animale è capace di stimolare in loro che al piacere del contatto fisico e alle attività ludiche da fare con lui. Anche le scuole, le case di cura e le comunità terapeutiche si prestano bene ad attività assistenziali e terapeutiche con gli animali.

Cosa si intende con Pet Therapy? Letteralmente si vuole indicare la “terapia con gli animali domestici” anche se è opportuno scindere la Terapia Assistita dagli Animali (TAA) e le Attività Assistite dagli animali.

Le TAA sono veri e propri interventi terapeutici realizzati all’interno di un setting (un luogo ben definito nello spazio studiato per ottimizzare la relazione terapeutica) diretti da un professionista (psicologo, riabilitatore psichiatrico, medico ecc) in cui un’équipe multidisciplinare pianifica un progetto dagli obiettivi specifici per l’individuo monitorandone i progressi nel tempo. L’animale diventa parte integrante del trattamento e pertanto scelto con le caratteristiche più consone per il raggiungimento degli obiettivi.

Nel caso delle AAA si tratta prevalentemente di attività ludico-ricreative in cui gli operatori non sono obbligati a raccogliere materiale informativo. Non vi sono obiettivi specifici predefiniti e possono essere erogati in ambienti di vario tipo, per questo è possibile organizzare attività di gruppo. E’ svolto da professionisti appositamente formati il cui scopo è quello di migliorare la qualità di vita degli utenti che ne usufruiscono.

Per quanto concerne gli animali coinvolti si tratta prevalentemente di cani anche se non mancano incontri col coniglio, pappagallini, criceti. In tutti i casi si tratta di animali sani, vaccinati, ben educati e addestrati la cui salute fisica e mentale è certificata dal veterinario in collaborazione col comportamentalista (psicologo degli animali). Con “ben educati” si intende che gli animali sono stati abituati al mondo sociale umano e alle sue regole sapendosi quindi comportare in ambienti pubblici ed in mezzo alle persone senza vivere dello stress. Con “addestrati” si intende, invece, che son state insegnate loro delle attività che esulano dal vivere quotidiano e che li rendono “specializzati” in qualcosa di specifico permettendo così una varietà nel pianificare le possibili attività da svolgere (prendere e lasciare una pallina, fare un percorso con gli ostacoli ecc).

Questi punti sono fondamentali per la salvaguardia dell’interazione utente-animale che non deve essere vissuta in maniera ansiogena da nessuno dei due. Durante gli incontri si terrà presente tanto del benessere dell’utente che dell’animale per questo saranno presenti almeno un operatore che presterà attenzione soprattutto alla persona ed un altro che sarà il pet partner (conduttore del cane) sennonché compagno di vita dell’animale stesso.

Come tecnico della riabilitazione psichiatrica ed operatore di pet therapy mi emoziona profondamente vedere come in questa tipologia di progetti l’utente con disturbi fisici o mentali faccia dei passetti, e a volte dei bei passi, in avanti nel cercare di superare le proprie limitazioni spinto dal desiderio di rapportarsi all’animale . L’atmosfera che si crea col susseguirsi degli incontri è sempre più rilassata ed aumenta la complicità tra l’utente e l’operatore di cui l’animale è intermediario. Lavorare nel settore del disagio mentale e/o fisico non è facile soprattutto nei casi di deficit più importanti ma la forza e l’incoraggiamento a proseguire in questo tipo di mestiere viene dal sorriso che con questa attività si riesce a regalare a coloro che della vita sanno ancora apprezzare le cose più semplici e genuine. Il segreto sta proprio nella semplicità della relazione, pulita da pregiudizi e aspettative e di questo i nostri amici animali ne sono gran maestri, cerchiamo di imparare da loro che hanno molto da insegnarci.

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