E’ una proposta per viaggiatori colti, quella della Sicilia interna con il suo patrimonio protetto dall’Unesco. Rivedere la villa romana del Casale di Piazza Armerina in tutto il suo splendore, i volumi riportati a quelli originali, i tetti in legno che assicurano ombra e frescura, i mosaici, ripuliti con tecniche da microchirurgia e ritornati leggibili nei dettagli di colori non più opachi, salvati da nefasti trattamenti e da quell’effetto serra che la vecchia copertura in plexiglass aveva determinato. Un’occasione unica, questa insolita fruizione serale per un complesso archittettonico del IV sec dopo Cristo, tra gli esempi più opulenti in tutta l’area mediterranea, che da cinque anni era un cantiere work in progress. I visitatori erano scesi a 300.000 presenze all’anno. Da metà luglio, il sito resterà aperto sino alle 23 per due volte alla settimana grazie alla nuova illuminazione interna ed esterna.
L’ intervento di recupero, costato alla regione oltre 18 milioni di fondi europei,è stato diretto ed eseguito dall’architetto Guido Meli, alto commissario Vittorio Sgarbi. Che dice di lasciare la villa romana e la Sicilia con i fondi sufficenti a completare i lavori, sono rimasti infatti fuori per mancanza di fondi, il restauro del triclinio e delle terme. L’ assessore ai BBCC Missineo, dal canto suo, erede del discusso e delicato progetto, assicura le cifre necessarie alla realizzazione dei servizi di accoglienza. Mentre non si sa ancora dove reperire i fondi per la sistemazione esterna a verde. Intanto pero’, una sorta di miracolo è stato compiuto. Un patrimonio di inestimabile valore artistico e storico, cioè i mosaici realizzati da maestranze africane per conto di un dominus sicuramente afferente alla cerchia imperiale romana, forse un console, sono stati salvati da irreparabile declino. Ed i visitatori non saranno più costretti al caldo insopportabile nei mesi estivi.
Seguendo dal nuovo parcheggio il percorso in pietra, si costeggiano i nuovi scavi della zona sud che da settimane hanno riportato alla luce un opuleto insediamento con terme, colonne e numerose unità abitative, per cui gli archeologi stanno riformulando nuove ipotesi. Di certo sull’ ingresso della villa si trovava un grande arco trionfale. Grazie alle passerelle che il restauro ha mantenuto per la loro funzionalità, assicurando l’ accesso sin ora negato ai portatori di handicapp, si inzia la visita agli ambienti pubblici e privati, a partire dall’ area termale, per scoprire che la villa era una sorta di mega resort per vacanze di lusso riservata ad ospiti di alto rango. Tra motivi geometrici e figurativi di spettacolare bellezza, si snoda il peristilio colonnato che dà luce a tutta la villa, con oltre 30 colonne di marmi di provenienza africana. Al centro è stata ripristinata la grande vasca che doveva essere immersa in un giardino di profumi. Il corridoio della grande caccia, gli ambienti con le scene di pesca, quelli delle cosidette ragazze in bikini, il triclinio con le fatiche di Ercole, conducono alla Basilica, che doveva essere ricoperta da marmi policromi ed ornata da statue. In totale 2500 mq ricoperti a mosaico sono stati salvati grazie a tecniche di restauro moderne e sofisticate che ne assicurano ormai la conservazione. Per la grande gioia di chi viagga alla ricerca dei capolavori dell’ umanità.
Scrivi un Commento