Salvatore Bonajuto, eclettico artista siciliano, dedica a Matera e ai suoi scorci alcune delle sue opere più intense ed emozionanti in una mostra dal nome evocativo “Âmes méditerranéennes” che sarà inaugurata mercoledì 25 settembre, alle ore 17, al Dedalo di via D’Addonzio.
Le calde tonalità dei paesaggi catanesi incontrano la luce suggestiva della città dei Sassi che l’artista, con raffinata delicatezza, rende in un seducente dialogo fra paesaggi. Quelli di Salvatore Bonajuto sono scorci, paesaggi denotativi della dimensione soggettiva di una visione concreta e metaforica di grande valore espressivo. Le bellissime visioni dell’Etna rendono l’idea della volontà di Bonajuto di dipingere la materia che si sta dando forma, che c’è ma che è in continuo cambiamento; così come il paesaggio antropico rappresentato dai Sassi di Matera costruito con macchie di colore che restituiscono tutta la densità di uno spazio che non è topografico ma spirituale.
Architetto paesaggista, Bonajuto cura il Giardino di Villa Trinità a Mascalucia, uno dei giardini del circuito Giardini più belli d’Italia che ospita la meravigliosa kermesse artistica Dove fiorisce la jacaranda. E’, inoltre, curatore e proprietario della stupenda cappella Bonajuto, uno dei pochi edifici bizantini sopravvissuti al tremendo terremoto del 1693, a Catania.
La mostra curata dalla professoressa Maristella Trombetta e promossa dal Movimento Cristiano dei lavoratori nelle persone di Giuseppe e Nicola Fabrizio resterà aperta al pubblico sino al 20 ottobre negli orari di apertura del Dedalo.
“Matera è opera d’arte senza che vi sia bisogno di rappresentarla – afferma l’artista. Dipingerne i contorni, gli scorci e le contraddizioni è stato per me naturale, sin dal primo momento in cui il mio sguardo ha incontrato l’azzurro del cielo e i colori pastello del tufo”.
Ma non è solo la Città dei sassi a ispirare Bonajuto che ama dipingere la sua Sicilia, con enfasi per l’Etna e per le isole Eolie, passione e serenità che solo la terra di Trinacria riesce ad offrire. Si passa dalla pietra al fuoco, in visioni magmatiche della montagna che sovrasta Catania, vera stella polare per chi vi è nato alle pendici per cui è madre e non crudele vulcano.
“Âmes méditerranéennes” è un racconto di luoghi ma anche di umanità, quella che non trova posto nella natura del Bonajuto e che resta confinata lì, in un angolo, a osservare ammirata la perfetta imperfezione.
La luce e le ombre dialogano in un continuo vociare, che sembra venga fuori dai vicoli di una città immobile nel tempo eppure vivace al tempo stesso.
La mostra, aperta fino al 20 ottobre.
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