Centro Zo culture Contemporanee ha organizzato una serata-evento con la quale ha illustrato la sua proposta culturale alla città di Catania. L’incontro, che ha visto la partecipazione di Sergio Zinna, direttore artistico ZO, Salvo Gennuso, regista, Emma Scialfa, coreografa, Ivan Lo Bello, vice presidente nazionale Confindustria e Isidoro Mazza, docente economia della cultura, ha offerto l’occasione per parlare di cultura, di arte, spettacolo e contemporaneità. Inevitabilmente, si è giunti a discutere della crisi odierna che sta vivendo la cultura e del pubblico, soprattutto giovanile, che si allontana sempre più dal teatro e da ogni occasione culturale. Si è cercato di capirne i motivi, di analizzare la società, dibattendo sul teatro contemporaneo, sulle offerte teatrali e sui gusti del pubblico. Non è mancato il confronto con le realtà europee, dove la cultura è ancora sentita ed è veicolo economico.
Nelle altre realtà europee la cultura è veicolo economico“Desideriamo- ha spiegato Sergio Zinna- stimolare la curiosità dei più giovani, facendo rete fra associazioni e compagnie. È nostro interesse produrre dei progetti di formazione per i giovani, poiché la loro presenza è oramai deficitaria. Il problema è l’educazione alla bellezza. I giovani vivono meno la realtà, perché occupati sui social networks. Le strutture che si occupano di formazione ed educazione dovrebbero spronarli e condurli nei luoghi dove si fa spettacolo. È necessario capire quale sia lo strumento che possa aiutarci a portare i giovani a teatro”.
Ivan Lo Bello: “In questi anni abbiamo assistito a una fortissima recessione culturale”Ivan Lo Bello: “In questi anni abbiamo assistito a una fortissima recessione culturale”[/quote]“In questi anni abbiamo assistito ad una fortissima recessione culturale- ha commentato Ivan LoBello- non bisogna guardare più solo al passato. Per intraprendere una battaglia culturale occorrono strumenti da mettere in campo, come dibattiti e conferenze. Un’altra questione è quella dei finanziamenti pubblici, oggi estremamente limitati. Chi vive qui ha la responsabilità di fare in modo che qualcosa cambi. La scuola e la cultura sono fondamentali per il cambiamento”.
“La collaborazione con l’Università -ha aggiunto Isidoro Mazza- è stata fondamentale per individuare alcune criticità. Zo è un’associazione culturalmente interessante, che è riuscita a sopravvivere, perché ha diversificato la propria offerta, con un sussidio incrociato di attività. Attraverso alcuni studi, si è rilevato un elemento critico che è quello della mancanza di network fra gli operatori. È stata analizzata la partecipazione alle attività culturali in aree degradate. Per avere il pubblico bisogna trovare finanziamenti privati. Per quanto riguarda i giovani è fondamentale che tutti gli operatori culturali possano coinvolgerli”.
“Nonostante l’impoverimento sul territorio- ha commentato Salvo Gennuso- vogliamo continuare a scommettere qui. Gli spettacoli sono concepiti per attirare un pubblico di qualsiasi fascia d’età, anche giovanile. Il punto è che i giovani devono essere indirizzati al teatro”.
“ L’approccio visivo delle performing è adatto ai giovani- ha detto Emma Scialfa- il problema è schiodarli dai computer e dalle loro attività sociali su internet. Hanno tutto a portata di mano e in pochi vanno a cercare con la valigia in mano altre possibilità. L’esperienza del teatro è psicanalitica, è un’emozione che si condivide insieme ad altri”.
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