Tra i finalisti del premio di pittura Giuseppe Gambino, che si svolge a Venezia, quest’anno ci sarà un siciliano: Fabio Salafia. L’artista è riuscito ad attirare ed ammaliare esperti di arte contemporanea, curatori, critici d’arte e giornalisti che lo hanno voluto tra i 30 finalisti del concorso. Nato nel 2000, il premio, aperto ai pittori di tutte le nazionalità, dallo scorso anno è organizzato dall’associazione culturale C.A.T di Venezia che ne ha rilanciato il nome collocandolo tra i più promettenti premi di pittura in Italia. La cerimonia finale del premio si terrà il 24 ottobre a partire dalle ore 17,30 al chiostro della Chiesa della Madonna dell’Orto, dove la giuria sceglierà i tre vincitori assoluti. Salafia parteciperà con la sua opera “Sinestesia”, un olio su tela che attraverso accostamenti e stratificazioni cromatiche evoca scenari naturalistici. La costante ricerca artistica di Salafia prova a tradurre in pittura ciò che più attira il suo sguardo e che gli provoca emozioni. L’artista afferma che, sia quando dipinge un volto o un paesaggio, non trova “nessuna differenza”. In entrambe cerca l’anima. Ultima fatica del pittore, la sua nuova mostra personale dal titolo “Geografie del cuore”, con testo critico di Elisa Mandarà. Durante la sua carriera artistica Salafia è stato invitato e selezionato ad esporre in più di 100 mostre collettive in diverse città italiane ottenendo importanti riconoscimenti. L’anno scorso è stato invitato da Vittorio Sgarbi alla mostra itinerante “Artisti di Sicilia” nelle città di Favignana, Palermo, Catania.
Chi è Fabio Salafia
Fabio Salafia (1979) nasce a Grammichele, in provincia di Catania. Dopo aver conseguito il diploma di maturità in Design Architettura e Arredamento all’Istituto Regionale d’Arte Raffaele Libertini di Grammichele, si iscrive all’Accademia delle Belle Arti di Catania. Nel 2007 consegue l’abilitazione all’insegnamento di Discipline Pittoriche. Dai primi anni di formazione accademica inizia a dipingere quotidianamente, facendo un’attenta analisi dei paesaggi che lo circondano rimanendone affascinato, paesaggi che egli filtra tramite il ricordo e la memoria, che in momenti successivi rappresenta con diverse tecniche: incisioni, pastelli, oli. Una ricerca pittorica parallela è quella fatta dopo alcuni studi compiuti su Leonardo da Vinci, Charles Le Brun e Cartesio che lo hanno portato ad indagare sullo sguardo, sulle infinite espressioni del volto, sulle emozioni e le passioni che agitano e scuotono l’animo umano quando ci si trova davanti ad una percezione visiva e non.
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