All’inaugurazione di palazzo Branciforte di maggio aveva partecipato in videoconferenza, già appesantita dal male. Male che l’ha spenta pochi mesi dopo a 84 anni. Eppure serena e lucida, aveva pronunciato poche parole ma importanti. Il restauro di palazzo Brancforte è stato uno dei suoi ultimi lavori, iniziati nel 2007 su commissione dalla Fondazione Banco di Sicilia che la chiama per la prima volta nell’ isola. Un restauro complesso compiuto in tempi record. Come racconta il direttore dei lavori Vitaliani, la Aulenti era perfino venuta in cantiere a Palermo, apprezzando la mitezza degli inverni isolani.
Nota al mondo per il recupero della Gare d’ Orsay parigina, da stazione ferroviaria a tempio degli impressionisti, Aulenti ma anche per la modernità dei piu recenti musei di Barcellona e di San Francisco, al pubblico palermitano aveva spiegato con chiarezza di ” ver voluto liberare lo spazio dalle sovrapposizioni per ritrovare il palazzo. E infatti l’ architettura nel palazzo Branciforte restituito alla città, si esprime in diversi modi, dall’ antico al contemporaneo. “Abbiamo tenuto conto della storia e del contesto- aveva precisato, lavorando in una forte dialettica con la soprintendenza. Prima si deve ricomporre il quadro generale e poi recuperare il particolare”. Portano tutti la sua firma infatti gli elementi di arredo, dalle teche in vetro che ospitano i reperti archeologici, alle sedie, alle soluzioni per la grande biblioteca, inclusa l’ idea di affidare ad un artista palermitano contemporaneo l’ affresco del soffitto.
Se non ci attacchiamo con i denti alla cultura ed alla conoscenza, sopratutto in un momento di crisi, aveva concluso, non riusciremo a trasmettere ai giovani il valore del nostro paese. Quasi un monito, un’indicazione precisa lasciataci dalla garbata signora Aulenti per uscire dal tunnel.
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