Bacchetta tra le più prestigiose del panorama internazionale, rinomato anche come compositore, Gianluigi Gelmetti è da questa stagione il nuovo direttore principale ospite del Teatro Massimo Bellini di Catania. Toccherà dunque al maestro romano inaugurare la ricca stagione di concerti sinfonici che prenderà il via sabato 4 novembre alle 20.30 (replica domenica 5 alle 17.30). L’esecuzione impegnerà entrambe le masse artistiche del Bellini: Orchestra e Coro, quest’ultimo istruito da Gea Garatti Ansini.
Si parte dalle musiche di scene schubertiane realizzate per il dramma Rosamunde, principessa di Cipro di Helmine von Chézy, rappresentato al Teatro an der Wien il 20 dicembre 1823, ma ritirato dopo appena due rappresentazioni; anche il libretto – che narra di una principessa rapita da gente di mare – è andato perduto. Le copie delle parti musicate, conservate presso la Società degli Amici della musica di Vienna, hanno avuto ben maggiore fortuna: ascolteremo il soave Intermezzo n. 6 e il brano n. 8, un Coro di pastori dalle atmosfere arcadiche.
Seguirà Meeresstille und gluckliche Fahrt, cantata in re maggiore per coro e orchestra op. 112, di Ludwig van Beethoven che mise in musica due poesie – Calma di mare e Viaggio felice – entrambe di Wolfgang Goethe, al quale la composizione è dedicata.
Più famosa l’altra pagina in programma, Coriolano, ouverture in do minore, op. 62, “personificazione musicale del titanismo beethoveniano” ed “esempio insuperabile di un conflitto di passioni” per citare ancora Pestelli. Beethoven la compose per la tragedia dell’amico Heinrich Joseph von Collin; fu eseguita la prima volta in pubblico nel dicembre 1807, assieme alla Quarta Sinfonia e al Quarto Concerto per pianoforte e orchestra.
Si torna a Schubert con la Sinfonia in do maggiore D 944, detta “La grande” per distinguerla da un’altra nella stessa tonalità. Terminata nel marzo 1828, alla morte dell’autore, avvenuta in novembre, la partitura rimase ineseguita e a lungo sepolta tra le sue carte. Circa un decennio a ritrovarla in casa del fratello Ferdinand Schubert, sarà Robert Schumann che parlerà di «completa indipendenza da Beethoven» e di «divina lunghezza». Sarà Mendelssohn a dirigerla con i complessi del Gewandhaus di Lipsia, rivelando al mondo un capolavoro sinfonico tanto imponente quanto ormai affrancato dal modello beethoveniano.
In generale, il concerto inaugurale propone un repertorio molto caro a Gianluca Gelmetti e alla sua sensibilità direttoriale, già evidente quando, appena sedicenne, allievo dell’Accademia Chigiana di Siena, viene notato da Sergiu Celibidache. In seguito studia con Franco Ferrara e Hans Swarowsky, si diploma in Direzione d’orchestra nel 1965 e due anni più tardi vince il Premio Firenze. Il debutto con i Berliner Philharmoniker segna l’inizio di una carriera internazionale nei teatri più importanti e alla testa delle maggiori orchestre. Intenso il suo rapporto con i Münchner Philharmoniker, così come è stato a lungo direttore dell’Orchestra della Radio di Stoccarda, della Rai di Roma e della Sinfonica di Sydney, nonché direttore musicale dell’Opera di Roma. Tra le sue composizioni In Paradisum deducant te angeli per il decennale della morte di Franco Ferrara; Algos, Prasanta Atma, in memoria di Sergiu Celibidache; Cantata della vita.
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