Amare Gio Ponti è il primo film-documentario sull’architetto Gio Ponti realizzato da Francesca Molteni, in collaborazione con Gio Ponti Archives. Per presentarlo è stata organizzata a Catania una serata evento, in contemporanea è stata inaugurata la mostra di dieci pezzi firmati dall’antesignano del design italiano, dalla poltrona Scirocco alla sedia Montecatini. Il film si basa sulla ricerca di materiali storici, le fonti iconografiche degli Archivi Ponti e delle Teche Rai, con un’intervista a Gio Ponti nel suo studio di via Dezza a Milano, sua città natale, le architetture e gli arredi progettati ad hoc, da Villa Planchart al Palazzo Montecatini, fino al grattacielo Pirelli.
In un’atmosfera che attraversa un trentennio, dagli anni ’50 agli ’80, con musica a tema e un aperitivo di benvenuto realizzato dallo chef Seby Sorbello, è stato avviato un viaggio simbolico nel tempo, dalla nascita dell’italian design – gli ’20 segnano la prima architettura di Gio Ponti – alle “Domus” degli anni ‘30, dai palazzi Montecatini alle chiese, fino agli ultimi progetti di architettura incentrati su rivestimenti ceramici e giochi
di luce. L’azienda Molteni&C. ha promosso il progetto inedito.
“L’architettura è un’interpretazione della vita” scriveva Gio Ponti, considerato modello di architetto europeo e internazionale.
Gio Ponti
È nato a Milano 1891, è scomparso nel 1979. Si è laureato in Architettura al Politecnico di Milano alla fine della prima guerra mondiale.
1927: apre lo studio a Milano con l’architetto Emilio Lancia. Dagli inizi degli anni Venti fino al 1938, collabora con la Manifattura Richard-Ginori.
1928: fonda con Gianni Mazzocchi la rivista Domus.
Anni Trenta: assume la direzione artistica di Fontana Arte, partecipa alle Triennali, e ne cura alcune edizioni di successo.
1933: si associa con Antonio Fornaroli ed Eugenio Soncini (fino al 1945). Da questo sodalizio nascono importanti progetti: il Palazzo Montecatini a Milano del 1936-1938 in cui Ponti realizza, tra i primi, la “progettazione integrale” dell’edificio e degli interni. E poi architetture civili (la Torre Littoria a Milano del 1933), edifici scolastici (la Scuola di Matematica alla Città Universitaria di Roma del 1934 e la Facoltà di Lettere e il Rettorato dell’Università di Padova del 1937) e residenziali (Casa Marmont del 1934 e le “Domus” del 1931-1936 a Milano).
1936 (fino al 1961): è docente del Politecnico di Milano.
1956: crea il suo indiscusso capolavoro, il Grattacielo Pirelli di Milano.
Anni Sessanta: viaggia dall’America Latina all’Oriente, dove realizzerà gli edifici ministeriali di Islamabad in Pakistan (1964) e la facciata dei grandi magazzini Shui-Hing a Hong Kong (1963). Sempre di questi anni sono l’Hotel Parco dei Principi di Sorrento (1960) e Roma (1964), la chiesa di San Francesco (1964) e di San Carlo Borromeo (1966) a Milano.
Anni Settanta: realizza opere come la Concattedrale di Taranto (1970) e il museo di Denver (1971), e arredi, come “la poltrona di poco sedile” del 1971.
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