Con l’autore di questo bellissimo reportage mi legano ricordi adolescenziali comuni: il limpido mare di Piazza Europa visto da uno dei lidi storici del litorale etneo, il Lido Longobardo. Il nostro sguardo di allora immaginava, oltre quello struggente orizzonte delimitato dalla vista dello scoglio “a barca” (il reporter sa a quale masso lavico mi riferisco), solo un futuro di speranza.
Negli anni Settanta gli emigranti eravamo noi italiani, ci muovevamo come icone cinematografiche con le valigie legate con lo spago, indossavamo lunghi cappotti che ci avrebbero difeso dal freddo teutonico e da quello “amico” meneghino e piemontese. Adesso, lo stesso mare di allora è inquinato, e oltre quello struggente orizzonte ti può capitare di vedere barconi pieni di migranti (oggi si chiamano così) che cercano nelle nostre coste un futuro di speranza. Perché i “migrantes” moderni arrivano solo dal mare, e di questo si è accorto anche il fotografo Vincenzo Leonardi che, con la stessa sensibilità adolescenziale, ha colto momenti significativi del dramma vissuto da questi esseri umani. Nessuno di noi, allora, avrebbe immaginato che il nostro mare, un giorno, sarebbe stato solcato da imbarcazioni alla deriva.
“Migrantes”, mostra fotografica di Vincenzo Leonardi, fino all’8 gennaio 2012 al Palazzo della Cultura di Catania.
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