Per raccontare il successo dello scrittore sovietico Boris Leonidovic Pasternak, basterebbero i numeri. Il suo più noto romanzo “Il dottor Zivago” fu tradotto in 29 lingue superando un milioni di copie vendute in varia Paesi del mondo. Il libro gli regalò grande notorietà ma anche molte critiche. In Urss, infatti, non gli lesinarono attacchi diretti. Per questo motivo lo scrittore fu costretto a rifiutare il premio Nobel che gli fu assegnato nel 1958.
Chi era Boris Pasternak
Si era cibato di cultura sin da piccolo, cresciuto in una famiglia di intellettuali di origine ebrea. Il padre Leonid, amico Tolstoj, era un uomo di cultura, la madre Rozalija Kaufman era una concertista. Il doodle che Google gli ha dedicato celebra i 131 anni dalla sua nascita avvenuta a Mosca nel 1890. Il suo esordio letterario si deve alle poesie Bliznec v tučach (“Il gemello nelle nuvole”) del 1914.
In Italia sono state pubblicate varie sue opere: nel 1976, per esempio, fu la volta della raccolta Disamore e altri racconti, nello stesso anno Lettere agli amici georgiani, ancor prima nel 1970 il saggio La reazione di Wassermann. Più recentemente nel 2009 La nostra vita, antologia a cura di L. Avirovic.
Il Dottor Zivago
Il romanzo che regalò a Boris Pasternak la fama mondiale racconta la storia del medico russo Jurij Andreevic Zivago e in parallelo quella della futura moglie Tonja Gromeko. Lo sfondo storico è quello della rivolta del 1905. Da questo romanzo è stato tratto il film diretto da David Lean con Omar Sharif, Julie Christie, Geraldine Chaplin e ancora Rod Steiger, Alec Guinness, Tom Courtenay. Il lungometraggio, della durata di 3 ore e 20 minuti, ottenne 10 candidature e vinse cinque statuette ai Premi Oscar per la musica con il celebre Tema di Lara, per la fotografia, le scene, i costumi e la sceneggiatura. Non arrivò, invece, l’atteso riconoscimento per la regia. In Italia vinse, inoltre, due David di Donatello.
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