Una figura in continua evoluzione: dalla semplice relazione sul campo a direttori di aree protette. Il geologo di oggi, infatti, ha acquisito ormai delle competenze tali da poter svolgere un ruolo importante in diversi campi al fianco di professionalità vicine. E su questo tema oggi ha aperto i battenti la due giorni del convegno “Il ruolo del geologo nella gestione e fruizione di aree protette” organizzato dal Cutgana dell’Università di Catania. Ad aprire i lavori, nella sede di San Gregorio del centro universitario, il direttore del Cutgana, Maria Carmela Failla, alla presenza del sindaco Remo Palermo, del direttore della riserva naturale “Complesso Immacolatelle e Micio Conti”, Giuseppe Messina e del direttore dell’Amp Isole Ciclopi, Emanuele Mollica.
“Il geologo riveste ormai un ruolo sempre più importante nella gestione delle aree protette – ha spiegato il vicepresidente dell’Ordine dei Geologi, Carlo Cassaniti -, l’approvazione del disegno di legge sui geositi da parte dell’Ars rappresenta un passo importante in questo campo per il geologo visto che numerose aree protette coincidono con i geositi siciliani”.
Sulla stessa linea anche il vicedirettore del Cutgana, Concetto Amore, il quale ha evidenziato “l’evoluzione dei processi di formazione del geologo e dei relativi corsi di laurea sempre più evoluti verso una geologia applicata all’ingegneria” e lo sviluppo della “geologia scientifica finalizzata allo studio delle megastrutture della tettonica a placche, con la mappatura e perimetrazione delle zone sismogenetiche che hanno interessato anche il territorio italiano”.
Il prof. Amore, poi, si è soffermato su possibili sbocchi del geologo: “le frane del Vajont del ’63 e di Agrigento nel ’66 e l’esondazione del fiume Arno sempre nel ’66, in particolar modo, hanno fatto esplodere la figura del geologo applicato e negli ultimi anni anche nel campo del dissesto idrogeologico e calamità naturali a causa degli eventi del Messinese”.
“Il rapporto tra uomo e ambiente, che si intende recuperare e valorizzare nella sua naturalità, guarda, invece, alla figura del nuovo geologo ed in particolar modo nell’ambito della gestione e fruizione delle aree protette che non possono prescindere da un’analisi geologico-tecnico-ambientale del territorio”.
A seguire sono intervenuti il presidente della Fondazione Cutgana, Angelo Messina, sulla “Gestione delle aree protette” ed i docenti Luigi Tortorici (su “Inquadramento geostrutturale del settore orientale etneo”) e Giuseppe Patanè (“Indagini geofisiche applicate alle strutture vulcaniche”) e del direttore dello Sportello Aerca, Agenda 21 e Amianto, Antonino Cuspilici (Aree ad elevato rischio di crisi ambientale ed Aree protette).
Hanno concluso i lavori gli esperti Sandro Privitera (“Geoturismo nelle aree protette”), Salvatore Costanzo (“Tutela e fruizione delle grotte etnee”), Giuseppe Siracusa (“Rappresentazioni dioramiche naturalistiche”) e Mauro Corrao (“Indagini geofisiche in ambiente marino: casi di studio”). I partecipanti al corso hanno poi visitato l’Ecomuseo “Natura e Scienza” e la riserva naturale “Complesso Immacolatelle e Micio Conti” caratteristica per le grotte di scorrimento lavico.
Domani i lavori proseguiranno a Melilli con interventi e visite guidate.
Scrivi un Commento