“La vita può essere rappresentata e raccontata sopra le assi di un palcoscenico; rivivere il passato come il presente utilizzando l’esperienza umana attraverso il valore etico della parola è possibile”. Questo il filo conduttore dell’incontro culturale promosso dal Caffè letterario Artea con Simona Scattina, dottore di ricerca in italianistica e cultrice di Discipline dello Spettacolo presso il dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Catania, in occasione della presentazione del primo libro dell’autrice, “Il sergente di Marco Paolini. Epica, Memoria, Narrazione”, hanno animato il foro letterario Silvia Ventimiglia, conduttrice radiofonica Studio 90 Italia, Fernando Gioviale, Ordinario di Storia del Teatro e dello Spettacolo presso l’ateneo catanese, e Bernardo Tutino, socio e curatore dell’ Associazione Culturale Artea, nella cornice del Castello di Leucatia.
“Un libro che ripercorre lo studio drammaturgico di Marco Paolini, esponente principale del Teatro di Narrazione, fino al 2004 anno in cui il racconto del sergente Mario Rigoni Stern sarà portato in scena – spiega Simona Scattina – facendo presa sull’appassionante racconto memorialistico e sulla grande capacità interpretativa dell’attore”. Le diverse fasi di lavorazione dello spettacolo sono state riproposte attraverso i racconti di guerra senza alcuna enfasi, sottolineando le grandi sofferenze umane. “Il Teatro è un valido mezzo d’istruzione per la società – sottolinea Fernando Gioviale – e grazie alla conoscenza del Teatro della Memoria si può tentare di costruire un futuro senza le atrocità causate dalla follia umana, eliminando gli errori di cui vergognarsi”.
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