Muratori è lo spettacolo cult di Edoardo Erba, per anni portato in scena nei teatri italiani, e ancora in tournée sui palcoscenici dello Stivale. Emanuela Pistone ha ripreso il testo, con il beneplacito dell’autore “rincorso per anni” per sua stessa ammissione, e lo ha adattato al contesto siciliano con il dialetto catanese e ambientazione etnea. Ieri è stato in scena a Comiso, la settimana prima a Catania al Centro Zo per la rassegna di Teatro Mobile.
Sul palco impeccabili Giampaolo Romania e Domenico Gennaro danno vita alla storia di due muratori a lavoro, di notte, all’interno di un teatro nel quale bisogna ergere abusivamente un muro per ingrandire lo spazio di un adiacente supermercato. Sogni, delusioni, speranze, amarezze di due uomini che raccontano e si raccontano fanno da contraltare alla figura evanescente, surreale e forse anche irreale di una figura femminile, interpretata da Pamela Toscano, che decanta l’amore, lo offre, lo immagina. Lei si chiama Giulia, signorina Giulia, chiaro richiamo all’opera di August Strindberg, testo che affronta la tematiche dell’interazione tra classi sociali e il rapporto complesso tra genere maschile e femminile.
Muratori e aristocrazia, due mondi agli antipodi che un muro, reale e ipotetico al tempo stesso, vorrebbero separare. Emaunela Pistone, che ha curato anche la regia, spinge sul pedale della comicità senza tralasciare il concatenarsi di emozioni che scaturiscono dalla vita di ognuno dei tre personaggi. Il muro sta in mezzo. “Ma – si legge nelle note di sala – è davvero sufficiente alzare un muro per mettersi al riparo dalle nostre diversità?”.
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