La mafia uccide d’estate: autobiografia di un antimafioso berlusconiano


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La sede della Camera di Commercio di Roma – Tempio di Adriano – in piazza di Pietra ha ospitato la presentazione dell’ultimo romanzo del segretario nazionale del Pdl, Angelino Alfano La mafia uccide d’estate. Un evento che aveva già il sapore di una convention elettorale.

Molta “Sicilia” nel “tempio” romano: dallo storico mentore del “berlusconismo siciliano” Pino Firrarello, all’elegantissimo ex ministro dell’Agricoltura, oggi segretario nazionale del Pid,  Saverio Romano, passando per diverse decine di deputati  isolani, fino ad arrivare ad un catanese trapiantato a Milano, l’ex ministro Ignazio La Russa.

 

 Bruno Vespa apre la presentazione in pompa magna, con accanto l’attore protagonista, emozionato ma sicuro.

Subito il turno del saluto di Roberto Maroni che ne sottolinea  le doti ministeriali.

La mafia uccide d’estate: i momenti importanti

Il momento più importante, però, arriva con l’intervento di Silvio Berlusconi: “Alfano tra tutte le persone con cui ho avuto modo di collaborare dall’inizio della mia discesa in campo – ha spiegato il cavaliere – è davvero la persona a cui mi sono sentito e mi sento più vicino.

Ha doti umane inarrivabili, è una persona leale, trasparente e intelligente nel senso etimologico della parola. Ha grande determinazione ed entusiasmo per il proprio Paese e in tutto quello che fa”. Non basta: “Ha una saggezza e un equilibrio che – ha continuato scherzando l’ex premier – lo fanno ‘vecchio’ come me e Letta, saggezza che noi abbiamo raggiunto dopo tanti anni e, direbbero i nostri avversari, dopo tanta fatica”.

Di Sicilia Alfano parla presentando il suo libro. Afferma quanto sia difficile essere ministro alla Giustizia essendo siciliano.

Ricorda il giorno in cui è diventato ministro a 37 anni: “Ho pensato subito a un siciliano, Rosario Livatino, ammazzato a pochi chilometri da casa mia a quella stessa età”.

La mafia uccide d’estate: le vittime

“Il 9 maggio 2008” afferma  Angelino Alfano “faccio il mio ingresso a via Arenula in qualità di ministro della Giustizia del nuovo governo Berlusconi. E subito mi trovo coinvolto nella serie di commemorazioni delle tante persone – magistrati, preti, medici, politici, giornalisti, membri delle forze dell’ordine – cadute durante la loro eroica e implacabile lotta contro la mafia:

  • In maggio Giovanni Falcone;
  • in luglio Paolo Borsellino, Boris Giuliano e Rocco Chinnici;
  • in agosto Ninni Cassarà;
  • a settembre Carlo Alberto Dalla Chiesa, Pino Puglisi, Mauro De Mauro e Rosario Livatino… 

Uccisi in anni diversi, ma sempre, curiosamente, nel corso della più lunga e calda stagione del Meridione italiano. In estate, quindi, ci troviamo davanti La bellezza di Dio nella Terra Sicula e la malignità dell’uomo che uccide senza pietà!”.

 “La mafia uccide d’estate” è l’autobiografia politica di un “antimafioso siciliano berlusconiano”.

 

 

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