Il Fai ci regala ogni anno almeno una giornata indimenticabile in occasione dell’arrivo della primavera. Se è sempre più vero che non esistono più le mezze stagioni e le stagioni di una volta è altrettanto vero che esiste la stagione della bellezza, del gusto, dell’arte.
Da Palermo a Catania i cittadini scoprono i tesori delle proprie città: giardini pensili, architetture rinascimentali, affreschi barocchi, angoli medievali. Non i “soliti” monumenti, i famosi musei, i luoghi che si apprezzano giusto il tempo di una fotografia, ma qualcosa di originale che, eppure, è sempre stato lì, sotto i nostri occhi distratti dal traffico automobilistico, a portata della nostra anima, sempre più turbata da mille sollecitazioni, spesso inutili.
Da venti anni il Fondo ambiente italiano ci mostra, come tante altre associazioni private, sia chiaro, un Paese che merita di essere amato e rispettato, sicuramente più di quanto facciano, da tanti anni, sicuramente troppi, gli amministratori locali, di qualsiasi partito.
I crolli di Pompei, i cedimenti del Colosseo, i tanti, piccoli, ma quotidiani scempi che si compiono ai danni del nostro patrimonio storico, artistico, monumentale sono immensi e passano spesso inosservati. Colpevolmente inosservati. Abbiamo testimonianze archeologiche che meriterebbero ben altre attenzioni e fortune.
La dea di Morgantina, ad esempio, nel suo museo di Aidone, ormai soffre di claustrofobia e di solitudine. Poteva essere una grande risorsa per il territorio, per la Sicilia tutta e, invece, è l’ennesima, grande occasione mancata. Peccato.
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