Leonardo Patti: Dalla e la sua lectio magistralis al Castagno dei Cento cavalli


Il ricordo di  Lucio Dalla, ad un mese della sua improvvisa scomparsa,  costituisce per me un’occasione di riflessione per una amicizia di oltre vent’anni, coltivata con fierezza ed orgoglio, nella consapevolezza di aver stabilito un contatto con una delle maggiori personalità, non solo musicale, del panorama  culturale italiano e, al tempo stesso, di avere conosciuto una persona normale, ricca di sensibilità umana, capace di relazionarsi con il prossimo e di coglierne i bisogni e le attitudini, in un rapporto sempre cordiale, schivo da ogni disprezzo e generoso nel donarsi.

 

I  ricordi personali spaziano nel tempo,  da quella formidabile estate del 1994 durante la quale, dopo la mia elezione a Sindaco di Sant’Alfio, mi recai nella sua bellissima casa di Milo e gli parlai della primavera politica siciliana e del progetto di rilancio territoriale basato sulla valorizzazione e promozione delle risorse locali, alla scorsa estate, quando –  con un gesto di assoluta generosità –  tenne una lectio magistralis al Castagno dei Cento Cavalli.

Nell’estate del 1994 una sera, ritrovai Lucio Dalla seduto ai tavoli del caffè concerto, all’epoca organizzati dal Comune, a chiacchierare con sorprendente naturalezza con un gruppo di giovani e poi, ad appassionare i presenti in un duetto improvvisato con il cantante Tony Dallara, invitato ad animare la manifestazione estiva.

Da quel momento compresi  che  per conservare  l’amicizia  con Lucio Dalla, che peraltro  ho mantenuto fino alla sua scomparsa, non potevo tediarlo con richieste impossibili, ma semplicemente coinvolgerlo in idee progettuali per il territorio etneo, per il quale lui aveva un profondo  amore ed uno speciale attaccamento.

Su questa base, sono state numerose le occasioni di coinvolgimento nella qualità di testimonial del territorio,  a cui Lucio si è sempre prestato  con generosità e senza alcun compenso,   fino a proporre lui stesso un grande progetto per il territorio dal titolo “ ETNERA “ ( Notte, l’estate e una montagna di fuoco ) da ripetersi ogni anno la sera del 21 Giugno   data del solstizio d’estate.

Si trattava di “un grande evento musicale che doveva aver luogo  a Sant’Alfio, luogo magico dell’immenso Castagno dei cento Cavalli, terra di confine dove il verde della macchia mediterranea si trasforma nel nero deserto di lava; sullo sfondo dell’Etna  incendiato dal sole con un unica scenografia metafisica di dodici sculture “ .

Il progetto scritto e proposto da Lucio Dalla, venne inopinatamente respinto dal Parco dell’Etna, dove ricadeva l’area individuata per l’evento,  che con un provvedimento insensato ne decretò il diniego.

Ovviamente questo non indebolì per nulla il rapporto tra Lucio Dalla ed il territorio, basti pensare  che l’anno dopo, con lo stesso entusiasmo, sostenne un’importante mostra di stampe originali dei viaggiatori del grand tour nel territorio jonico etneo, che  occupò persino la pagina culturale del “The Economist”.

Ricordo bene quando gli comunicai che la giuria del premio letterario Castagno dei cento cavalli, presieduta dal grande poeta Roberto Roversi, assegnò al suo primo libro “ Bella Lavita “ Rizzoli 2002, il premio per la sezione letteraria. Fu una gran festa la sera della consegna dei premi, consumata nell’area prospiciente il secolare esemplare botanico, che peraltro occupava il secondo capitolo “ Carmelo “ della prima fatica letteraria di Lucio Dalla.

Certamente, dopo  quanto accaduto, la lectio magistralis sul tema del mito e delle leggende tenuta da Lucio Dalla il 3 agosto scorso al Castagno dei cento Cavalli, accompagnata dalle magiche letture di Marco Alemanno di brani di scrittori siciliani, resta  il testamento più importante sulla passione che esercitava la Sicilia, isola del mito, nel cuore e nella mente del più grande cantautore italiano.

 

 

 

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