Sugli scaffali della libreria Vicolo Stretto di Catania libri sulla mafia ce ne sono tanti: c’è “Sulla mafia” di Dacia Maraini, ci sono i libri di Giacomo Bendotti “L’agenda rossa” e “Giovanni Falcone” ma quello di Salvatore Riina no. Le due titolari Maria Carmela e Angelica Sciacca non lo vogliono. Lo hanno scritto nero su bianco su un foglio A4 esposto in vetrina: “In questa libreria non si ordina né si vende il libro di Salvatore Riina”.
Libreria vicolo stretto, noi diciamo no
Da cosa nasce questa decisione?
“A dir la verità non ci aspettavamo tutto questo clamore. La decisione nasce dopo aver letto il post di salvatore Borsellino e aver visto la trasmissione Porta a Porta su Rai Uno condotta da Bruno Vespa ”.
Ci sintetizzate il post su facebook di Borsellino, fratello del giudice assassinato dalla mafia?
“Certo. Lui scrive: Avrei preferito non dovere scrivere queste righe, avrei preferito non essere costretto ad essere assalito dal senso di nausea che ho provato nel momento in cui ho dovuto leggere che il figlio di un criminale, criminale a sua volta, comparirà questa sera nel corso di una trasmissione della RAI, un servizio pubblico, per presentare il suo libro, scritto, come dichiarerà lui ,”per difendere la dignità della sua famiglia”. Borsellino si riferiva alla partecipazione di Salvatore Riina al programma Porta a Porta condotta da Bruno Vespa. Nel post ancora scrive: “Di quale dignità si tratti ce lo spiegherà raccontandoci come, insieme a suo padre, seduto in poltrona davanti alla televisione, abbia assistito il 23 maggio e il 19 luglio del ’92 allo spettacolo dei risultati degli attentati ordinati da suo padre per eliminare Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Non ci racconterà forse le esclamazioni di gioia di quello stesso padre che descriverà, come da copione, come un padre affettuoso, ma quelle possiamo immaginarle dalle espressioni usate da quello stesso padre quando, nelle intercettazioni nel carcere di Opera, progettava di far fare la “fine del tonno, del primo tonno” anche al magistrato Nino Di Matteo. Non ha voluto rispondere, Salvo Riina, alle domande su Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”.
Da qui la decisione di dire no a quel libro.
“Noi esprimiamo spesso pareri su cose che approviamo o no. Nella nostra libreria troverà anche i manifesti sul referendum del 17 aprile per il quale invitiamo a votare sì. E poi noi facciamo parte di Addio Pizzo. Ci siamo dette che non aveva senso aderire a un’associazione di questo senza poi prendere posizione in casi come questo. E poi ci siamo anche dette che non abbiamo bisogno di leggere il libro del figlio di Riina per capire chi è il padre e cosa ha fatto”.
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