Lincoln: il racconto dell’uomo che cambiò le sorti del mondo


Il 31 gennaio del 1865, con 119 voti a favore e 56 voti contrari, il Presidente degli Stati Uniti d’America, Abraham Lincoln, firmava, insieme ai presidenti di Camera e Senato, il XIII Emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti d’America che abolì ufficialmente e proibì per sempre la schiavitù.
Uno straordinario ed estremamente convincente Daniel Day-Lewis interpreta magnificamente l’Uomo Lincoln che cambiò le sorti del mondo occidentale.

Lincoln
Quello che il film mostra allo spettatore è, però, qualcosa che va al di là della semplice storia dell’approvazione del XIII Emendamento. E’ l’immensa passione per la politica di coloro che sono stati i padri del modello democratico occidentale, con i moti d’animo diurni e notturni, i dubbi viscerali, le notti insonni, gli incubi per un temuto disastro imminente, i sogni di un mondo migliore, le lotte ideologiche e pregiudiziali, gli stereotipi razzisti e i timori per il diverso e per il nuovo, la speranza. Il film di Steven Spielberg è questo che ci racconta: il vero ed originario senso nobile della politica finalizzata esclusivamente al bene comune e alla migliore convivenza civile per garantire “pari dignità a tutti i cittadini, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”, insomma, quello che molti anni dopo, il 22 dicembre 1947, sarebbe divenuto il primo comma dell’articolo tre dei Principi Fondamentali della Costituzione Italiana approvata dall’Assemblea Costituente alla fine dell’ultima Grande Guerra. E’ sono queste le origini culturali, morali ed etiche alle quali Spielberg col suo racconto straordinario ci spinge con forza e determinazione a ritornare perché il mondo sia migliore e si risvegli da anni cupi e bui in cui politici “inetti, bifolchi e senza talento” – come fa dire allo straordinario Day-Lewis in uno dei dialoghi più incisivi del film – negli ultimi quarant’anni hanno dominato le scene di quelle che impropriamente ci hanno voluto presentare, spesso convincendoci, come le “vere democrazie” dei paesi occidentali, e che invece hanno rappresentato lo strumento di controllo di masse deboli, ignoranti ed indifese, per garantire a piccole caste corrotte potere e privilegi economici, sociali e finanziari.
Daniel Day-Lewis domina la scena del film e lo fa con la sua straordinaria classe interpretativa, immensa ed unica nel panorama mondiale attuale. Una recitazione ed una interpretazione che riesce a far emergere l’umanità, la sensibilità, il senso della famiglia e l’amore per i figli, il rispetto dei più deboli e l’onestà politica ed intellettuale, la missione umana e sociale all’interno del suo ruolo di immenso potere quale Presidente della nazione più potente al mondo. E questa forza dirompente e trasformatrice passa dalla cultura e dalla conoscenza, ma anche dal compromesso qualora questo è finalizzato esclusivamente al bene comune, quella che i politici di oggi disertano navigando a vista nell’ignoranza più sconcertante e nell’approssimazione più pericolosa. Sono solo la cultura e la conoscenza che possono salvare il mondo. Quella cultura e quella conoscenza che Lincoln richiama per convincere dell’uguaglianza tra tutti i popoli e tra tutte le razze citando Euclide, che tra il IV e il III secolo avanti Cristo scrisse il primo assioma di radicale e indiscutibile eguaglianza tra le cose ma anche tra gli uomini: “Cose uguali ad una stessa cosa sono uguali tra loro”.
PS – E’ bene riportare i passaggi ed il testo originario del XIII emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti d’America: The 13th Amendment to the Constitution declared that “Neither slavery nor involuntary servitude, except as a punishment for crime whereof the party shall have been duly convicted, shall exist within the United States, or any place subject to their jurisdiction.” Formally abolishing slavery in the United States, the 13th Amendment was passed by the Congress on January 31, 1865, and ratified by the states on December 6, 1865.

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