Lo Stabile procede per vie legali contro le accuse di ruberie. E la politica fa fronte comune: “Salviamo il Teatro”


Non si smorzano le polemiche attorno ai tagli della Regione sul Teatro Stabile. Adesso si passa alle vie legali. Il  consiglio di amministrazione del Teatro Stabile ha deliberato ieri di dar  mandato agli avvocati per rispondere alle accuse di ruberie. Lo dichiara Raffaele Marcoccio durante l’accesa assemblea che ieri ha visto schierati sul palco del Verga uomini politici appartenenti a tutti gli schieramenti: Pdl, Pd, Pid, Fli, La Destra e Mpa.

“A chi ci ha accusato di ruberie, risponderemo civilmente e penalmente” dice Marcoccio che rivolge un chiaro invito alla Regione Siciliana e all’assessore al Bilancio perché renda noti i risultati dell’ispezione effettuata al teatro di via Fava.

 

Assemblea partecipata ieri in via Fava per l’incontro convocato dal presidente del consiglio comunale Marco Consoli su richiesta del Capo gruppo del Mpa Salvo Di Salvo e del presidente della competente commissione consiliare Manlio Messina (Pdl) con all’ordine del giorno: Grave situazione finanziaria Teatro Stabile di Catania – Reperimento fondi.

La situazione del teatro Stabile rimane ad un punto fermo: i tagli ci sono e mentre gli altri teatri hanno ottenuto un parziale reintegro delle somme regionali, lo Stabile no. “Perché?” si chiedono gli attori.

Sul palco ci sono vari componenti del consiglio comunale: Valeria Sudano (Pid), Gemma Lo Presti (La Destra), Salvo di Salvo (Mpa), Manlio Messina presidente commissione Cultura, Rosario D’Agata (Pd), Puccio La Rosa vice presidente del consiglio comunale, Marco Consoli, presidente del consiglio, Francesca Raciti (Pd). In prima fila ci sono i deputati regionali Marco Falcone e Salvo Pogliese del Pdl, Lino Leanza e Giuseppe Arena (Mpa), Giovanni Barbagallo e Concetta Raia del Pd. E Gesualdo Campo, dirigente della Regione del Dipartimento dei Beni culturali. Offre solidarietà anche il sovrintendente del Bellini Rita Cinquegrana.

Il sindaco Raffaele Stancanelli parla di “situazione allucinante”.

In tanti notano l’assenza del presidente Pietrangelo Buttafuoco che in una lettera parla di “atto di responsabilità. Conosco il mio carattere”. E aggiunge:  “Trovo questa vicenda squallida e vergognosa. Chi si aspetta da me le dimissioni non le avrà”.

I politici fanno fronte comune: “Bisogna salvare il teatro Stabile”. Chi in un modo chi nell’altro offrono solidarietà all’ente e si dicono pronti al dialogo per una situazione che ammettono “è diventata delicata e complessa”.  

Il direttore dello Stabile Giuseppe Dipasquale espone il suo appello: “Servono 500mila euro. Subito”. Ed espone dei dati per  rispondere a chi parla di calo degli abbonamenti. “Abbiamo perso 700 abbonati ma abbiamo aumentato lo sbigliettamento del 16%”.     

Sul rischio disoccupazione insiste il sindacalista Davide Foti che interviene a nome di varie sigle sindacali, Cgil, Cisl, Uil e Ugl. “La richiesta dei sindacati – dice – è di ripristinare i fondi e a chi parla di ruberie rivolgiamo un invito: facciamo un’ispezione in tutti i teatri siciliani”.

Su un possibile cambio ai vertici dell’ente è piuttosto chiaro Lino Leanza: “Che nessuno ci venga a dire levati tu che mi ci metto io. Non lo accetteremo mai”.

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