Acclamato per l’eccellenza della sua produzione letteraria, da sempre espressione di un forte impegno politico e civile e di grandi valori umani, Luis Sepulveda, sarà a Catania giovedì 17 novembre per presentare in anteprima nazionale il suo ultimo libro, La fine della storia. Durante la presentazione, che si terrà al Teatro Sangiorgi alle 20:30, a conclusione della prima edizione di Paesaggi di mare, la rassegna che fonde letteratura e musica, teatro e itinerari turistici, lo scrittore riceverà il Premio Sicilia dall’Assessore al Turismo, Sport e Spettacolo della Regione Siciliana, Anthony Barbagallo, nonché promotore della rassegna. “Premiamo in lui uno scrittore raffinato e uno spirito indomito che ha lottato e lotta coraggiosamente – sottolinea l’assessore – tanto con l’attivismo politico che con la penna, per la tutela dei diritti umani, la legalità, la difesa della natura e delle libertà dell’uomo. Un intellettuale e un artista che ama la Sicilia”. L’incontro con Luis Sepulveda sarà condotto dal giornalista televisivo Alberto Bilà, mentre la musica del sassofonista Francesco Cafiso, uno tra i talenti più precoci della storia del jazz, farà da colonna sonora alla lettura di alcuni brani tratti dal libro, eseguita da Mariano Rigillo, attore di teatro, cinema e televisione. L’evento di Catania suggella così Paesaggi di mare, progetto itinerante finalizzato all’esplorazione della Sicilia attraverso cinque incontri culturali e cinque itinerari turistici, partendo dalle città di mare e dalle suggestioni di grandi scrittori.
La fine della storia, il libro
Dalla Russia di Trockij al Cile di Pinochet, dalla Germania di Hitler alla Patagonia di oggi, il nuovo romanzo di Sepùlveda attraversa la Storia del Novecento, raccontandone grandezze e miserie.
Juan Belmonte, ex guerrigliero cileno che ha combattuto contro il regime di Pinochet, da anni ha deposto le armi e vive tranquillo in una casa sul mare, assistendo la sua compagna, che non si è mai ripresa dalle torture subite dopo il colpo di stato. Belmonte è un uomo stanco, disilluso, restio a scendere in campo. Ma il passato torna a bussare alla sua porta. Belmonte infatti è un grande esperto di guerra sotterranea e i servizi segreti russi hanno bisogno della sua abilità per sventare un piano ordito da un gruppo di nostalgici di stirpe cosacca, decisi a liberare dal carcere Miguel Krassnoff, ultimo discendente di una famiglia di cosacchi riparati in Cile dopo la Seconda guerra mondiale ed ex ufficiale dell’esercito cileno al servizio di Pinochet, condannato all’ergastolo per crimini contro l’umanità. Belmonte ha un ottimo motivo per odiare quell’uomo, un motivo strettamente personale.
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