Il memorial Livatino-Saetta è un inno alla vita, ai valori di giustizia, verità e fede. È un riconoscimento all’impegno sociale, improntato alla difesa della legalità, del rispetto delle regole, della divulgazione di un’informazione libera e corretta.
Per la sua XXI edizione il Premio Internazionale Livatino Saetta, dedicato alla memoria dei due magistrati, entrambi nativi di Canicattì, vittime di mafia, sceglie lo stabilimento tipografico Etis, e
non perde l’occasione per ricordare anche Gaetano Costa, assassinato a Palermo nel 1980, mentre sfogliava dei libri su una bancarella, a due passi da casa sua, freddato da tre colpi di pistola sparati da due killer in moto. A celebrarne il ricordo il figlio, l’avv. Michele Costa, che ha parlato di mafia, ma anche di antimafia, “una parola da abolire” ha detto, strumentalizzata dal potere e diventata una moda.
Un Comitato, quello che organizza ormai da anni il Premio, nato spontaneamente dall’iniziativa del suo presidente, il prof. Attilio Cavallaro, dopo aver conosciuto il padre e la madre di Rosario Livatino e aver raccolto il loro invito a ricordare il figlio e il suo sacrificio.
Dopo la benedizione di Don Pino Sapienza e le commoventi immagini della strage di Capaci che scorrono su un maxi schermo insieme con le parole, strozzate dalle lacrime, della vedova dell’agente Schifani al funerale di Giovanni Falcone e della sua scorta, ha inizio la premiazione, presentata dal vice presidente del Comitato Antimafia Livatino Saetta, l’ing. Ugo Tomaselli, alla presenza di numerose autorità civili, religiose e militari. Un’edizione che si è fregiata quest’anno anche di un Premio speciale in memoria della Nobildonna prof.ssa Antonietta Labisi, fondatrice dell’Istituto Medico Psicopedagogico Lucia Mangano di Sant’Agata Li Battiati, e antesignana della lotta alla mafia. Una donna attenta ai bisogni della gente, da sempre pronta a donarsi a favore dei meno fortunati, soprattutto nel quartiere di San Cristoforo dove per diversi anni ha operato, portando assistenza ai piccoli e agli anziani, rappresentando un modello da seguire per numerosi bambini e soggetti svantaggiati che, a vario livello, hanno potuto contare sul suo sostegno incondizionato, generoso, spontaneo, pieno d’affetto e di socialità. Una figura carismatica quella della prof.ssa Labisi, per la quale il Comitato Antimafia Livatino Saetta ha consegnato all’arcivescovo di Catania la richiesta per avviare un processo di beatificazione. A continuare la sua missione il figlio, l’avv. Corrado Labisi, presidente dell’Istituto Lucia Mangano, struttura d’eccellenza, accreditata presso il Parlamento Europeo (Registro Trasparenza n. 054846014854-49 con sede in Rue Fernand Neuray n. 68 – 1050 Bruxelles), che in questi mesi ha accompagnato il Comitato nel suo tour di legalità nelle scuole di Catania e provincia per sensibilizzare i più giovani alla cultura del rispetto della legge.A ritirare la prestigiosa pergamena, nomi illustri del panorama nazionale che si sono distinti per impegno, ideali e senso di giustizia.
I momenti di spettacolo sono stati affidati ad Alice Pardo, giovane talento approdato lo scorso anno nel programma di Rai Due The Voice.
“Il Premio ricorda eroi del nostro tempo – ha aggiunto il Presidente del Comitato Attilio Cavallaro – caritatevoli, onesti, indipendenti, che hanno onorato la propria appartenenza alle forza dell’ordine e alla magistratura che, benché deceduti, ancora oggi lanciano un messaggio di spiritualità forte e coevo, portatori del messaggio del vangelo, portatori di vita e verità.”
Poi il presidente Cavallaro ha anticipato che avanzerà allo Stato la proposta di non concedere più finanziamenti pubblici alle associazioni antimafia, “Così che – ha detto – non si possa più parlare di un’antimafia di professione.”
“Il Premio Livatino – ha concluso l’avv. Labisi – è un prestigioso riconoscimento, perché nasce in memoria di un grande uomo, Rosario Livatino, che nell’adempimento del suo dovere è stato barbaramente ucciso dalla mafia: un modello di riferimento per tutti coloro che credono in un futuro sempre più proiettato verso una cultura della legalità; un esempio verso coloro che desiderano e agognano un cambiamento definitivo e risolutivo, che veda il trionfo dell’onestà, dei valori della legge, della civiltà, della libertà. Un premio insomma, che non ha solo un valore commemorativo, ma che finge da sprone e monito per una società migliore.”
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