Il successo che sta riscuotendo la mostra Chagall. Love and Life, ospitata al Castello Ursino di Catania e le tante richieste per ammirare i 140 lavori di Marc Chagall, hanno portato gli organizzatori a prorogare la chiusura (inizialmente prevista il 14 febbraio) al 3 aprile 2016. La mostra “Chagall. Love and Life”, dal giorno della sua apertura al pubblico ha registrato il gradimento dei siciliani, di visitatori provenienti dalla vicina Calabria e di un numero di turisti che hanno “invaso” le sale dell’antico maniero federiciano. Numerosi sono stati anche gli studenti delle scuole dell’Isola che si sono fatti contagiare dall’estro di Chagall. Già superati (dati aggiornati al 17 gennaio) i 63.000 visitatori.
Continuano le iniziative speciali. Per tutto il periodo di mostra, tutti gli studenti universitari (senza limiti di età) pagheranno un biglietto di 4 euro, presentando in biglietteria il tesserino universitario (o copia delle tasse) valido per l’anno accademico in corso. Il 14 febbraio tutti gli innamorati come Marc e Belle, entreranno in mostra con il 2×1 (1 biglietto intero e 1 biglietto omaggio).
Chagall. Love and Life curata da Ronit Sorek è prodotta da Arthemisia Group, in collaborazione con l’Israel Museum nelle sale del Castello Ursino dal 18 ottobre 2015 al 14 febbraio 2016.
Le 8 sezioni tematiche della mostra disegnano una mappa artistica e spirituale complessa e caleidoscopica che sta a fondamento del profilo apolide dell’artista; l’originalissima lingua poetica di Chagall nasce infatti dall’assimilazione delle tre culture cui appartiene: la cultura ebraica (dalla cui tradizione visiva dei manoscritti ornati egli trae gli elementi espressivi, non prospettici a volte mistici della sua opera); la cultura russa (cui attinge sia attraverso le immagini popolari dei luboki che attraverso quelle religiose delle icone); la cultura occidentale (in cui assimila grandi pittori della
tradizione, da Rembrandt agli artisti delle avanguardie che frequenta con assiduità).
Ma l’opera di Chagall è anche altro, perché la sua meraviglia di fronte alla natura, il suo stupore di fronte alle creature viventi conferisce quell’arcaicità quasi medievale alla sua poetica novecentesca.
La mostra raccoglie in particolare lavori grafici e ripercorre i temi fondamentali della produzione di Chagall: dalle radici nella nativa Vitebsk (Bielorussia), descritta con amore e nostalgia nella serie Ma vie (My Life), all’incontro con l’amata moglie Bella Rosenfeld, della quale illustrò i libri Burning Lights e First Encounter, pubblicati dopo la morte prematura dell’amata.
Un’intera sezione è dedicata alle illustrazioni della Bibbia con temi che esercitarono sempre un grande fascino su di lui e che rivelano un’interpretazione straordinariamente “umanista” delle Scritture come il ciclo d’incontri storici tra l’uomo e Dio, interpretazione dell’Antico Testamento.
Oltre alla varietà di temi molto più ampia rispetto alla maggior parte dei suoi contemporanei, molti erano i campi nei quali Chagall esprimeva la sua arte quali la pittura, la scultura, il mosaico, la scenografia, la scrittura e l’incisione: quest’ultima è ampiamente approfondita nel percorso espositivo che mostra le peculiarità delle opere eseguite con le diverse tecniche litografiche e di incisione. Nella terza sala una gigantografia riproduce anche l’ambiente della celebre stamperia Mourlot di Parigi con i suoi antichi torchi dove lavorava Chagall, stamperia frequentata anche da Picasso, Matisse, Braque e Giacometti.
Chagall tra arte e letteratura
La rassegna mette in luce anche il rapporto esistente nell’opera di Chagall tra arte e letteratura, tra linguaggio e contenuto. I lavori esposti riflettono l’identità poliedrica dell’artista, che è al tempo stesso l’ebreo di Vitebsk (in mostra Sopra Vitebsk), autore e illustratore che correda di immagini i libri dell’amata sposa, artista che illustra la Bibbia (in mostra L’angelo caduto, gouache del 1924), originale pittore moderno che attraverso l’iconografia cristiana piange la sorte toccata al popolo ebraico (in mostra la Crocifissione, gouache del 1944), profondo conoscitore di Le Anime morte dello scrittore russo Nikolaj Gogol (in mostra il frontespizio eseguito da Chagall e 15 delle 96 tavole – acqueforti – del 1948) e francese di adozione che disegnò le illustrazioni delle favole di La Fontaine anch’esse in mostra (18 tavole tra acquerelli, acqueforti e gouache).
Artista grande conoscitore dell’anima “ritraeva le debolezze umane, senza emettere giudizi” (Susan Compton, dal catalogo della mostra alla Royal Academy of Art, 1985), Chagall celebra l’amore come dono divino (in mostra Gli amanti, olio del 1937, Coppia di amanti e fiori, litografia del 1949, Coppia di amanti con gallo, litografia del 1951, Gli amanti, gouache del 1954-55) e ritrae la famiglia, gli amici (in mostra Ritratto del Dottor I.A. Eliashev e quello di Ala Eliashev, entrambi grafite su carta del 1919) e se stesso (in mostra Autoritratto con sorriso e Autoritratto con smorfia, entrambi acquaforte del 1924-25) dimostrando di essere un maestro della linea e della superficie oltre che un eccellente colorista.
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