Rocco Siffredi infiamma il pubblico di Etna Comics tra ironia e doppi sensi


rocco siffredi

La battuta a doppio senso quando si tratta di Rocco Siffredi è quasi scontata. L’attore gioca con le parole, ironizza su alcuni concetti ma quando si tratta di indirizzare messaggi ai più giovani diventa serio: “State attenti alle nuove piattaforme, al mondo on line e alle immagini che condividete perché non riuscirete più a controllarle e vi faranno stare male”.

Siffredi è stato in Sicilia, a Catania, per la giornata inaugurale di Etna Comics, quest’anno alla sua dodicesima edizione, il festival internazionale del fumetto, del gioco e della cultura pop, in programma fino al 9 giugno alle Ciminiere di Catania.

L’attore ha partecipato a un incontro insieme alla regista Francesca Mazzoleni che lo ha diretto alternandosi con i colleghi Matteo Rovere e Francesco Carrozzini nella serie tv Supersex, ispirata alla sua vita, in onda su Netflix. “Quando mi chiamò Matteo Rovere rimasi stupita -dice la regista nata a Catania-. Mi sono chiesta perché io? Poi però ho visto il grande lavoro fatto, la sceneggiatura bella e ben strutturata, ma soprattutto ho capito che si trattava di un racconto di vita che voleva andare al di là del pregiudizio e dei facili preconcetti. Oggi devo ammettere che lavorare a questo progetto è stato molto importante per me”.

Il pubblico incita, interagisce, applaude più volte nel corso della lunga chiacchierata durante la quale Rocco Siffredi si confessa dal palco dell’Area Movie. Quali le scene della serie che lo hanno più emozionato? “Ho visto le sette puntate più volte -dice-. Ho visto passare la mia vita. Ci sono due momenti forti: la morte di mio fratello e di mia madre e il viso di Alessandro Borghi che faceva sesso. Perché mi ha riportato in quegli anni”. E divertito aggiunge: “Non mi sono mai rivisto in un film porno e la prima volta mi ha fatto schifo. Poi ho detto mi passerà”.

Immancabile il riferimento alle colleghe di lavoro. Tra le altre Moana Pozzi: “Una donna elegante, colta, professionale ma non era una pornodiva, non nel senso più stretto del termine”.

In chiusura un altro monito ai tantissimi giovani presenti in sala: “Lasciate stare questi telefonini e tornate a incontrarvi e a fare sesso”.

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