E’ lo scultore palermitano Daniele Franzella, con l’opera “Qualcuno non sia solo”, il vincitore della prima edizione del Premio FAM Giovani per le Arti Visive, iniziativa promossa alle Fabbriche Chiaramontane di Agrigento dall’associazione Amici della Pittura Siciliana dell’Ottocento. Lo ha deciso la giuria di esperti riunita sabato e costituita da Michele Bonuomo (direttore del mensile Arte Mondadori), Giovanni Giuliani (collezionista d’arte contemporanea e presidente dell’omonima fondazione romana) e Marco Meneguzzo (docente di Storia dell’Arte contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti di Brera). Insieme al premio degli esperti, Franzella ha raccolto anche l’alto gradimento del pubblico risultando l’artista più votato dai visitatori. Un pieno di voti che assegnato allo scultore anche il quarto premio, quello appunto della giuria popolare, intitolato alla memoria di Andrea Di Marco, artista palermitano scomparso prematuramente e al quale le FAM dedicheranno nel 2015 la prima mostra postuma.
Secondo premio ai gemelli catanesi Carlo e Fabio Ingrassia con “Astrazione Novecentista” ; terzo Stefano Cumìa (Palermo) . Ai vincitori tre residenze d’artista: Dusseldorf per Franzella, la Toscana per i fratelli Ingrassia, il Parco Archeologico della Valle dei Templi di Agrigento, partner delle FAM nell’organizzazione del premio, per Cumìa.
Così il giornalista Michele Bonuomo motiva la scelta di Franzella: “È un lavoro di forte immediatezza, molto popolare, nel senso più stretto del termine: quando l’ho visto la prima volta mi è venuto in mente il “Giardino dei mostri” di Bagheria. Un’altra associazione che ho fatto è stata con un momento molto colto della pittura europea, quella della Nuova Oggettività Tedesca, dove c’è questa realtà molto dolente ma al contempo secca, semplice, immediata, sostenuta da una qualità di elaborazione formale che con i tempi che corrono deve tornare a essere un valore. Ma non perché il virtuosismo sia già un’eccellenza di per sé, piuttosto perché la capacità che ha dimostrato Franzella, quella di tenere insieme forma, idea, stato d’animo, allusioni ed echi in un’opera, credo sia un momento molto riuscito e autentico. Mi ha colpito perché non ho visto cose di cui so già tutto: Franzella è spiazzante, ha una fortissima autenticità”.
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