Dal 14 dicembre 2013 al 16 gennaio 2014 , la galleria Carta Bianca fine arts,ospiterà una mostra personale di “ritratti” fotografici realizzati da Andrea Nucifora. Andrea Nucifora è un giovane fotografo al suo primo esordio in una galleria d’arte. Quando, grazie alla segnalazione di Piero Ristagno, per la prima volta, ho visto le sue immagini mi sono stupito nel non trovarmi davanti ad un professionista navigato. Ogni anno sono centinaia gli scatti che aspiranti fotografi mi sottopongono. Raramente resto così affascinato, come è successo, guardando i ritratti di Andrea. Ne sono stato rapito. Un progetto ordinato, concettualmente significativo, con una qualità indiscutibile, in linea con la fotografia più contemporanea e con riferimenti, sicuramente involontari, che subito riportano ad alcune immagini del fotografo olandese Erwin Olaf e, più in particolare, a quelle dell’italiano Nicola Vinci. Carta Bianca ormai tratta e propone solo artisti affermati. In questo tempo di crisi sono gli unici ad essere presi in considerazione dai collezionisti. Dopo la classe politica, anche l’alta borghesia purtroppo si rivela sempre meno illuminata e sempre più spaventata. L’offerta, di conseguenza, deve rincorrere la domanda. Nello stesso tempo la Galleria non vuole rinunziare alla sua missione culturale e quindi dare spazio a chi sta compiendo i primi passi in un sistema (quello dell’arte) divenuto davvero inaccessibile e indecifrabile. Andrea Nucifora però, sottolineo, non ha niente da invidiare a molti fotografi presenti e affermati nel panorama internazionale, merita attenzione. Questa mostra dal titolo “Solo con i miei occhi”, prosegue il cammino di Kataratta. Nucifora sostituisce gli occhi dei soggetti fotografati con i suoi. Cambiare gli occhi significa ribaltare il concetto stesso di ritratto. Senza i propri occhi, senza il proprio sguardo, non si è più se stessi eppure ci si riconosce ugualmente, magari in un altra dimensione, con altri pensieri in testa. Sono io e nello stesso tempo non lo sono…
La provocazione di Andrea porta con sé una tempesta, ma il primo pensiero che mi è venuto in mente è che, ogni volta, guardando un’opera d’arte, cerchiamo di interpretare il mondo secondo gli occhi dell’autore. Quando si tratta di un artista con una forte personalità il suo vedere diventa il canone di riconoscibilità. Mi è capitato più volte, dopo aver lavorato per molto tempo su un autore, che la sua visione, le scelte tonali, le prospettive, entrassero pian piano dentro di me e così mi ritrovavo a leggere gli oggetti, i panorami, il mondo attorno, attraverso gli stessi canoni stilistici dell’artista. Leggevo quindi e interpretavo la realtà con i suoi occhi. In questa ricerca Nucifora ribalta il concetto, mette direttamente i suoi occhi all’interno dell’opera, li fornisce come chiave interpretativa ai suoi soggetti fotografati. E gli occhi dell’artista diventano il canone stesso, la firma autografa di questi ritratti-non ritratti.
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