Sophie Bordes: i siciliani amano la cultura e le tradizioni francesi


 Incontro Sophie Bordes, dell’Università Sorbona di Parigi, durante una pausa dalle lezioni che svolge all’Istituto San Giuseppe di Catania, sia per le classi inferiori sia per il liceo.

 Sophie Bordes è ospite dell’Alliance Française di Catania, associazione culturale senza fine di lucro, creata nel XIX secolo da umanisti con l’obiettivo di promuovere e diffondere la lingua, la cultura e la civilizzazione francophone e di essere ben integrati nei territori straniere in cui sono presenti.

 Questa donna minuta, in perfetta forma fisica, elegante nei modi e nello stile, mi accoglie con un forte sorriso, ma dai suoi occhi traspare timidezza.

« Sono molto orgogliosa di aver avuto l’opportunità di essere qui per più di un mese. Non solo da un punto di vista didattico, ho il piacere infatti di insegnare letteratura francese, e sono  rimasta piacevolmente sorpresa dal constatare l’interesse per il grande drammaturgo Molière. Non è vero che i giovani non chiedono e non sono interessati a culture diverse dalla propria, i ragazzi siciliani amano la cultura e le tradizioni francesi! », mi dice sorridendo in una conversazione mista di italiano e  inglese.

 Apprendo che questa donna, ha girato il mondo per motivi di lavoro e famiglia « ho vissuto a Los Angeles, Berlino, Siria e tanti altri posti – mi dice – ma da nessuna parte come qui in Sicilia, ho trovato questa calorosa accoglienza e gentilezza. Devo ringraziare l’ospitalità eccezionale di Chiara La Russa Sudano e di Carmelina Di Stefano, rispettivamente Presidente e membro del CdA della Alliance Française di Catania. Grazie a loro ho avuto l’opportunità di fare il mio tirocinio in un momento molto importante dell’anno per la città di Catania, vale a dire nel mese di gennaio e febbraio quando ci sono le celebrazioni di Sant’Agata , patrona della città, tutto ciò ha arricchito la mia conoscenza della cultura siciliana, e mi ha commosso – continua – E’ così che vanno studiate le lingue e l’Alliance Francaise con la sua apertura al bilinguismo e al confronto culturale, mi ha permesso ciò, dandomi l’opportunità di incontrare e lavorare comodamente ed efficacemente con i siciliani».

 Come si sono svolte le lezioni ?

 « Qui, in collaborazione con insegnanti di altre materie, si è cercato di  investire nella collaborazione tra le diverse discipline. Non è importante solo l’insegnante madrelingua, ma che gli studenti apprendano diverse competenze culturali. I giovani cresceranno in questo contesto di multilinguismo. E ‘quindi importante promuovere e sviluppare l’insegnamento delle lingue straniere nella prima infanzia, dalla scuola materna, dove i bambini sono particolarmente suscettibili »

 Cosa consiglia, Lei che nella sua vita ha viaggiato molto, ai giovani d’oggi ?

 « Gli studenti devono far proprio il concetto di condivisione con le altre culture, dapprima nella propria terra, dove ormai c’è la multicultura,  per poi essere pronti ad affrontare esperienze in altri paesi».

 

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