“Sudvirus, il piacere di sentirsi terroni” è un atto d’amore alla Sicilia. È uno spettacolo che riesce a coniugare con eleganza drammaturgica e coreografica la musica ipnotica dei tamburi di Alfio Antico, quella dei marranzani di Puccio Castrogiovanni alle più altere melodie di Bach, Vivaldi e Paganini. Dopo il debutto della settimana scorsa, torna sul palco di Scenario Pubblico, via Teatro Massimo 16 a Catania, lo spettacolo della Compagnia Zappalà Danza, una rielaborazione di una coreografia commissionata a Roberto Zappalà dal Goteborg Ballet. A completare il connubio tra danza e musica c’è la straordinaria arte interpretativa di Vincenzo Pirrotta. Sarà in scena sabato alle 20,45 e domenica alle 19.
Cos’è il sudvirus? Una provocazione forse, un input, o, più verosimilmente, una versione positiva del concetto stesso di virus che in questa accezione artistica non è più né parassitario né letale, ma al contrario portatore di valori positivi.
Capovolgendo schemi consolidati e luoghi comuni, Sudvirus vuole proporsi come positivo, pronto a mostrare e rappresentare un mondo/sud lontano dalle definizioni che si utilizzano, banalmente, per definire certi aspetti del meridione d’Italia e spesso di ogni sud del mondo; la performance guida verso un sentimento di appartenenza che è tanto forte quanto (e quando) non si chiude al mondo, ma anzi lo accetta e lo ingloba.
I danzatori in scena sono Gaetano Badalamenti, Maud de la Purification, Alain El Sakhawi, Valeria Zampardi, Roberto Provenzano, Fernando Roldan Ferrer, Ilenia Romano.
Un tipo di danza veramente interessante e piacevole da seguire