“Tra grafica e pittura”, una mostra fantasiosa di Maria Giacobbe


Non solo è arte figurativa quella di Maria Giacobbe ma un percorso dell’anima. Così l’artista peloritana definisce l’ispirazione della sua mostra personale dal titolo, “Preziose fantasie tra grafica e pittura” che è stata inaugurata domenica 10 novembre nella magnifica location del Monte di Pietà di Messina. Sarà possibile ammirare l’esposizione fino al 19 novembre. L’evento, curato dall’organizzatore Saverio Pugliatti e patrocinato dalla Provincia Regionale di Messina, mette in risalto una nuova stagione di Giacobbe che, attraverso la pratica dell’incisione, trova sempre nuovi impulsi emotivi. La sua attività viene scandagliata dai testi critici di Luigi Ferlazzo Natoli e Teresa Pugliatti, inclusi nel catalogo, Edizioni Di Nicolò. La mostra, già alla sua apertura, è stata molto partecipata da vari artisti, esperti di pittura e numerosi utenti incuriositi da questa tecnica che, ormai da tempo, non è più tanto consueta. “L’incisione richiede pazienza ed è formativa addirittura per il proprio carattere – dice Giacobbe. Per questo, la preparazione di una personale può raccogliere tanti momenti di vita: belli, brutti, di rinascita”. L’allestimento di quest’ultima si è protratto circa tre anni, dopo un lutto familiare. Nonostante la presenza di un nero profondo che impregna tutte le opere, i colori affiorano delicatamente (azzurro, glicine) o con vivacità anticipando l’emersione dell’anima. I primi quadri (RILIEVI) di questo percorso sono tre collage composti con stoffa, polvere vulcanica e foglia ora: l’inizio può diventare fine e viceversa; la “Sorgente” può diventare “Tunnel” e viceversa, passando attraverso la “Soglia”. Tutto parte dal nero che rappresenta la materia. Dalla materia l’anima si dischiude. Da questo concetto, si distende la tecnica vera e propria che, nelle opere più piccole, parte con una lastra di zinco incisa, poi dipinta e stampata su carta o stoffa. Da qui, nascono la Genesi dell’Uomo e della Terra, i “Giochi innocenti” dei bambini fino ad arrivare alla Volta Celeste. L’originalità di Giacobbe è data dalla duplicità di queste sue “creature” ricoperte da quel nero che si apre al mondo all’interno dei quadri con vari frammenti. La stoffa che nasconde di per sé un’opera viene ritagliata in modo casuale formando un’altra opera. In quell’istante, l’immagine esistente lascia il posto a qualcosa di più spirituale che è l’elaborazione di precedenti lavori pittorici più delineati, meno metaforici.

La protagonista della mostra è, innanzitutto, un architetto che scopre di possedere una pronunciata inclinazione come incisore. Il suo interesse si evidenzia e si sviluppa lavorando a fianco di Mariella Marini, una dei pochi e competenti operatori del settore moderno e scomparsa precocemente. Rilievi ed incisioni derivano dalla volontà di ricercare materiali alternativi e ridurre l’impatto con l’ambiente.

Giacobbe ha realizzato un laboratorio d’incisione presso l’Accademia Mediterranea di Messina dove insegna tecniche calcografiche. “L’arte dell’incisione – conclude la professoressa – va sostenuta a tutto campo perché rischia di perdersi senza una buona scuola ed un’adeguata applicazione e perché offre spunti preziosi”.

L’arredamento, oltre alle sale d’esposizione, ne guadagnerebbe in termini di stile.

 

Articolo Precedente Rosanna La Malfa, la signora del web
Articolo Successivo Un workshop per chi ama la natura

Scrivi un Commento

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *