Travelling circular labyrinths, la mostra di Salvatore Arancio


salvatore arancio

Verrà inauguarata domani alle ore 19.00, in occasione della 20. edizione dell’Ypsigrock Festival, il Museo Civico di Castelbuono è lieto di presentare Travelling circular labyrinths, mostra personale di Salvatore Arancio, a cura di Luca Cerizza, in linea con l’attività dell’istituzione, che mira a promuovere i linguaggi del contemporaneo e l’intreccio di questi con il territorio.

La mostra, che celebra l’apertura della ventesima edizione di Ypsigrock, è inserita nel programma degli eventi collaterali del “Miglior Festival d’italia” che animerà gli splendidi e ricercati scenari di Castelbuono dal 4 al 7 agostoYpsigrock è uno dei più suggestivi boutique festival europei, costruito su un format originale frutto di una commistione tra una selezionata ricerca musicale e la riscoperta delle bellezze del territorio. Una cascata di esclusive animerà il cast di quest’anno, che vedrà alternarsi sui palchi del Festival Crystal Castles, The Vaccines, Daughter, Mudhoney, Kiasmos, Savages, Minor Victories, Giant Sand, LUH e molti altri.
Durante le serate del Festival (4-7 agosto), i video d’artista di Salvatore Arancio saranno proiettati sulla facciata del Castello dei Ventimiglia, per suggellare la collaborazione con Ypsigrock e rendere ancora più suggestiva e speciale l’esperienza tra arte e musica contemporanea a Castelbuono.

Salvatore Arancio, la critica di Cerizza

Attraverso un’assoluta varietà di tecniche (scultura, film, video, collage, stampa, ecc.), il lavoro di Salvatore Arancio (Catania, 1974) definisce un immaginario estetico nel quale il paesaggio naturale è guardato attraverso quello che Luca Cerizza definisce come una forma di “sublime psichedelico”. Qui sotto un estratto dal testo critico di Cerizza:
“Nel lavoro di Salvatore Arancio, il paesaggio naturale è letto almeno attraverso un duplice sguardo. Da una parte è sentito nelle sue declinazioni più erotiche, vitalistiche, energetiche. Le stampe che l’artista continua a realizzare dal 2006 e che sono presentate nella sala delle ex-scuderie, derivano dal libro di fine Ottocento Wonders of the Volcano dello scrittore inglese Ascott R. Hope che descrive storie e leggende legate ai vulcani e ad altri fenomeni geofisici a essi correlati (terremoti, solfatare, sorgenti gassose, fontane di fuoco, ecc.), come da altri libri di epoca vittoriana che l’artista colleziona. Su queste immagini Arancio ha compiuto alcune manipolazioni che, seppur in modi a stento percepibili, contribuiscono ad annullare la presenza umana, ad incrementare gli aspetti terrificanti del paesaggio, tipici dell’estetica del Sublime, o a definire nuove forme ibride, inserendo tipologie geologiche appartenenti ad altre latitudini.
Un’altra alterazione è operata da Arancio applicando una superficie di vinile colorato in corrispondenza della strada medioevale visibile nella stessa stanza delle ex-scuderie. Con un semplice gesto l’artista evidenzia questo reperto storico dandogli, allo stesso tempo una nuova connotazione, come l’immagine di una memoria distorta, un sogno, un’allucinazione che riverbera i suoi colori sulle aree e le opere circostanti (What I Saw, 2016).

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