A Tuccio Musumeci basta lasciarlo parlare. Assomiglia a quei pianoforti accordati benissimo che se tocchi due tre tasti, uno di seguito all’altro, ti pare di essere diventato un pianista. Non è merito tuo, è il piano che suona bene. Il giudice catanese Santino Mirabella, autore di un libro-intervista con il popolare attore catanese (In Scena – Conversazione con Tuccio Musumeci, Flaccovio editore) immagino si sia divertito un mondo a farsi raccontare da Musumeci la sua storia, che è poi la storia del teatro catanese e siciliano. Lunedì scorso, Daniele Lo Porto e io abbiamo avuto il piacere di condurre una sorta di talk-show con Tuccio Musumeci e Santino Mirabella, ospiti speciali.
Sul palco del Teatro Bellini di Adrano, per un incontro organizzato dagli assessorati alla Cultura e alle Politiche giovanili, mi piacerebbe dirvi che abbiamo torchiato a dovere “Pipino il Breve”. Ma quando mai. Bastava sollecitarlo su uno dei diecimila aneddoti che costellano la sua carriera e Musumeci partiva a razzo. Dio mio che spasso. Lui e Pippo Baudo, meglio di Stanlio e Ollio (ma erano entrambi magri, in realtà) nei ricordi legati alla febbre giovanile del teatro. L’uno, soprannominato Filo di Spaghetto, l’altro Rampino. Ora che non sono più ragazzini, sarebbe bello poterli rivedere insieme: una versione siciliana dei due brontoloni Jack Lemmon e Walter Matthau. “In realtà – ci ha risposto Musumeci – lo spettacolo che sta andando in scena al Brancati, quello con Nino Lombardo, è nato per accogliere anche Pippo Baudo. Solo che lui sta registrando per la Rai e non può far parte del cast. Appena sarà libero, troverò il modo di coinvolgerlo”. La vita di Tuccio Musumeci attraversa gli anni più belli e fecondi del teatro catanese. Tutti i grandi gli sono passati accanto: Turi Ferro, Michele Abruzzo, Ciccino Sineri, Rosina Anselmi. Mariella Lo Giudice, ma lei era ancora picciridda, faceva su e giù sul divano di un’amica. Il successo inaspettato e inarrestabile di Pipino il Breve di Tony Cucchiara. Il musical è stato portato in scena per 32 anni di seguito; non vorrei sbagliarmi ma mi pare sia un record mondiale. A New York, nel teatro di Broadway, per il ‘tutto esaurito’ dovettero chiudere le porte. Rimasero fuori la moglie di Tuccio e la moglie di Cucchiara. Per fortuna che il teatro era collegato con uno attiguo dove stava andando in scena un’opera lirica di Verdi. “Le nostre mogli – ricorda Tuccio Musumeci – entrarono da lì per poi dirigersi nel salone dove andava in scena il Pipino. Gli uomini della sicurezza, però, sbarrarono loro la strada. La compagna di Tony cercò di giustificarsi spiegando di essere la moglie dell’autore dell’opera. E gli americani si insospettirono ancora di più: Pensarono, ma cchi ‘ni cunta chista ? Accussì carusa pò essiri mai a mugghieri di Giuseppe Verdi ?”.
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