Vite Storte di Nunzia Scalzo: femminicidi di inizio secolo


Nunzia Scalzo
Il notaio di Raimondi e la moglie Assuna Vassallo

Si chiama “Vite storte”(A&B editore) ed è il nuovo libro della giornalista, esperta di comunicazione efficace e counselor Nunzia Scalzo, già ordinabile in tutte le librerie italiane dall’8 Marzo. La scrittrice racconta la storia di otto giovani donne siciliane vissute nel Novecento, tutte legate da un filo conduttore dal colore rosso sangue.

Nunzia Scalzo

Le storie di cui parla l’autrice nascono da un’inchiesta giornalistica per il settimanale I Vespri, di cui è stata direttrice. “Ho pensato che potesse essere importante dedicare una sezione giornalistica a queste storie ambientate nel Novecento, dagli inizi fino al 1968 circa per dedicarsi in maniera saggistica alla questione del delitto d’onore. L’idea del libro è nata da una considerazione. Ho pensato che questi fatti realmente accaduti necessitavano non più di essere raccontati come pura cronaca ma di essere osservati anche da un punto di vista umano”.

Le fonti sono molteplici e tra le storie narrate ritroviamo quelle della contessa Giulia Trigona, accoltellata per gelosia, della giovane Antonietta Longo, proveniente da Mascalucia, che dalla Sicilia partì per Roma con grandi speranze trovandosi davanti un futuro tutt’altro che roseo e di Mariacatena Furnari, la figlia falsamente ingenua di Gaetano Furnari e amante di Francesco Speranza, suo docente universitario.

Tra le tematiche riportate nel libro troviamo speranze distrutte e sogni svaniti, attese che diventano agonia, storie di amore e amicizia, di tradimento e gelosia.

Girolamo Lo Verso con la figlia

Tra le otto storie, due hanno maggiormente colpito la sensibilità della stessa Nunzia Scalzo. La prima è  la storia di Antonietta Longo, riportata

Sofia Malatto

poco sopra, e che la scrittrice e giornalista stessa definisce “dal finale emblematico e ai limiti del raccontabile” , e la seconda storia è quella di Concetta Mortellaro, moglie di Giacomo Zimone, autore del delitto.  Di più non svela per non rovinare la sorpresa al lettore.

La giornalista però precisa: “Questo libro è vero parla di donne ma non è un libro femminista”. E sul concetto di femminismo preferisce chiarire: “Mi dissocio da ogni forma di femminismo estremista. Credo invece nella parità dei diritti e nel rispetto delle diversità”.

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