Doppia inaugurazione per Vittorio Sgarbi che apre la mostra “Artisti di Sicilia. Da Pirandello a Iudice” (visitabile fino al 16 marzo) a cura del critico d’arte, realizzata al Castello Ursino di Catania, da Exa-Mondi nuovi, promossa dal comune di Catania, dal Ministero dei Bene e delle Attività culturali del turismo, dalla Regione siciliana, da ExpoMilano 2015. Contemporaneamente a Palazzo Platamone è visitabile la mostra che racchiude le opere di 56 giovani Artisti di Sicilia.
Di seguito l’intervista che Sicilia&Donna ha realizzato a Vittorio Sgarbi durante l’inaugurazione a Palazzo Platamone.
Torna così a nuova vita Castello Ursino che si presenta al pubblico con i suoi 1000 metri quadrati di superficie espositiva, un percorso unico che si snoda di stanza in stanza su più piani. Definire “Artisti di Sicilia” una semplice mostra è riduttivo. Il monito, reso con ironia, è di Gianni Filippini che ne è ideatore e produttore, un valdostano catturato da quest’isola, per sua stessa ammissione. Non è una semplice mostra, quindi, ma un “manifesto culturale” che ripercorre un secolo di arte in Sicilia. Non manca nulla, non c’è un filone che ne esclude altri, c’è tutto dentro: da Dino Cunsolo a Emilio Greco, da Fausto Pirandello a Jean Calogero, e ancora da Paolo Schiavocampo a Piero Guccione, passando per Franco Politano e Sergio Fiorentino, solo per citarne alcuni.
“La Sicilia del Novecento, sia in letteratura sia nelle arti figurative, ha dato una quantità di artisti e scrittori che hanno contribuito in modo determinante a delineare l’identità prevalente della cultura italiana” sottolinea Vittorio Sgarbi che più volte ieri ha ringraziato Giovanni Lettini e Sara Pallavicini, rispettivamente direttore artistico e direttore creativo della mostra.
L’assessore comunale ai Saperi e alla bellezza condivisa, Orazio Licandro, in occasione della presentazione ieri alla stampa al fianco della docente universitaria Sarah Zappulla Muscarà e del direttore dell’Accademia di Belle Arti di Catania, Virgilio Piccari, sottolinea quanto la mostra sia capace di far compiere un viaggio che permette al viaggiatore di “attraversare paesaggi, scrutare volti, carpire sguardi, indagare orizzonti, annotare storie”.
Dopo le tre tappe siciliane, Catania è la terza, la mostra si sposterà a Bruxelles per partire poi alla volta degli Stati Uniti. Ma le intenzioni di Gianni Filippini sembrano già piuttosto chiare sul futuro di questa collettiva. “La proposta che abbiamo già avanzato ai vostri amministratori – spiega – è di creare un Museo del Novecento siciliano, una struttura permanente dove poter apprezzare il meglio dell’arte siciliana. Se riuscissimo a rendere concreta questa proposta daremmo vita a una vera e propria case history”. Se e quando sarà possibile, non è ancora dato sapere. Non ci sono date, né notizie più precise. Solo il tempo ne darà conferma.
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