“L’effetto serra non è un’emergenza nucleare come non lo è l’anidride carbonica. Due fattori che vengono demonizzati dalla cultura moderna”. Antonino Zichichi, lo scienziato siciliano, oggi protagonista di una lectio magistralis nell’auditorium della Città delle Scienze di Catania, smentisce subito un luogo comune. “Se non ci fosse l’effetto serra questo pianeta sarebbe per noi invivibile perché la temperatura media sarebbe di –18 gradi, mentre così registriamo una temperatura di 15 gradi, con un balzo positivo di 32 gradi. E l’anidride carbonica è cibo per le piante e la vita vegetale è la premessa per la vita animale: senza le piante non ci saremmo neanche noi”.
Sala piena, autorità, rappresentanti del mondo accademico, ma non solo, anche tante persone attirate dalla fama e dalla semplicità con le quali il professore Zichichi riesce a esporre la “sua” scienza, con qualità da grande comunicatore.
“Le vere emergenze planetarie sono 63, divise in 15 gruppi, eredità dell’ultimo secolo. La guerra fredda, ad esempio, ha prodotto 60.000 bombe H, una minaccia enorme e un costo immaginabile per l’umanità. La Federazione mondiale degli scienziati ha prodotto un centinaio di progetti-pilota per affrontare e risolvere le vere emergenze planetarie, ma tocca al potere politico consentirne la realizzazione. Scienza, tecnica e cultura devono agire insieme per un grande progetto per l’uomo del terzo millennio e per il suo pianeta”.
Parla di stelle e di pietre, il professore Zichichi; di Newton, che ha usurpato fama e scoperte a Galileo, dell’uomo, unico essere vivente dotato di ragione, cioè di logica, linguaggio e scienza, anche se non sempre usate a fin di bene e non a caso lo scienziato siciliano riapre una pagina dei misteri del secolo scorso: Ettore Majorana fu l’ esempio di scienziato che rinunciò alle tecnologie nefaste ed, infatti, secondo Leonardo Sciascia, Majorana preferì scomparire rifugiandosi in convento pur di non contribuire alla tecnologia nucleare che era appena in fasce”.
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