Act of Valour è un film diretto a quattro mani da due bravi registi: Mike McCoy e Scott Waugh.
Una squadra di Navy Seals deve affrontare una pericolosa missione sotto copertura per salvare un agente della CIA sequestrato da una cellula terroristica.
I registi Mike McCoy e Scott Waugh si concentrano quasi esclusivamente sull’obiettivo di catturare l’essenza dell’azione in battaglia, cercando di trasmettere allo spettatore l’esaltazione fisica e sensoriale del combattimento. Per questo motivo decidono di puntare su una messa in scena iperrealistica prendendo spesso ispirazione anche dal linguaggio e dagli stilemi dei videogame.
Come indica il loro acronimo, “Sea Air Land Commandos”, i Seals sono un corpo speciale della U.S. Navy che operano nei mari, nei cieli, in terra e ovunque è richiesta la loro presenza. Un corpo leggendario, ancor più da quando nel maggio scorso sono filtrati i dettagli della loro operazione che ha portato all’uccisione di Osama Bin Laden nel suo rifugio pakistano, dopo dieci anni di caccia all’uomo senza precedenti.
Mentre nelle Filippine un terrorista ceceno noto come Abu Shabal fa saltare in aria l’ambasciatore degli Stati Uniti, in Costa Rica un’agente della CIA sotto copertura studia i movimenti di uno dei signori della droga più potenti del mondo, un magnate ucraino detto Christo.
Per rappresentare in maniera coinvolgente le operazioni militari, i due registi hanno fatto ricorso a svariati artifici stilistici che sembrano presi in prestito direttamente da alcuni generi di videogiochi. Non per niente il tipo di ripresa di gran lunga più utilizzato nel film per coreografare l’azione è la soggettiva (in alcuni casi avvalendosi anche di camere a infrarossi collocate direttamente sugli elmetti dei soldati), che offre allo spettatore una visuale molto simile a quella degli sparatutto in prima persona.
Dopo aver sbancato il botteghino americano, con oltre 28 milioni di dollari in 72 ore, il film promette di affascinare gli amanti del genere italiani.
Scrivi un Commento