Aragoste di Sicilia, di Giovanni Grimaldi e Bruno Corbucci, riadattato da Romano Bernardi, diretto da Turi Giordano, con le scene di Riccardo Perricone, i costumi di Giovanna Giorgianni e le musiche di Nino Lombardo, chiude la stagione del Brancati di Catania. Protagonista indiscusso Tuccio Musumeci, che veste i panni del dottor Carlo Danieli attempato playboy in disarmo.
Tutto si muove attorno alla prima notte di nozze del vecchio leone, diventato mansueto come un gattino, con la giovane e candida Elena, Marta Limoli, votata alla verginità prematrimoniale. L’esilarante commedia si muove sulla coinvolgente forza comunicatrice del protagonista, che forma con Guia Jelo, Virginia invadente ed insopportabile suocera, la complice perfetta per regalare ai numerosi presenti risate di gusto senza sosta.
L’incubo più grande di ogni uomo di qualsiasi età nel non riuscire a soddisfare la giovane e bella moglie, dopo un passato di battaglie d’amore, segretarie e amanti straniere, diventa realtà creando un incastro di equivoci, intrighi e sconfitte senza pari.
Esilarante la scena in cui si cerca di “risvegliare” il povero Danieli con l’aiuto di Maruska la massaggiatrice dell’albergo, Margherita Mignemi, che improvvisa anche uno strampalato spogliarello pur di risollevare l’anima e il corpo del protagonista. Bravo Claudio Musumeci, Astolfo, nel cadere vittima del fascino dell’intrigante Virginia sottomettendosi ad ogni volere della matura signora arrivata alla terza vedovanza. Completano il quadro Olivia Spigarelli, Laura, che insieme ad Aldo Toscano, Arturo, sono l’alter ego della problematica coppia protagonista. Simpatico e irriverente Fabio Costanzo, Celestino, nel dare vita al personaggio del cameriere tutto fare che si occupa e si preoccupa della felicità dei suoi avventori.
I quasi quarant’anni trascorsi tra la prima edizione e l’attuale messa in scena, pur utilizzando una naturale evoluzione del costume e dei gusti della società, sembrano non esistere per la freschezza, l’immediatezza e la spontaneità con cui il pubblico battuta dopo battuta viene coinvolto riuscendo così a scrivere anche stavolta una bella pagina teatrale.
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