Erano in tre sul palco del Teatro Coppola: lui, lei e l’amore. Su di una panchina gialla collocata all’interno di una cornice candida invasa da Barbie, Carmelo Alù mette in scena con lo spettacolo RIMA i drammi quotidiani di una coppia destinata a non capirsi ma mai pronta a lasciarsi. Impossibile perdersi, quasi necessario permanere lì, in quella zona grigia dove difficilmente la ragione entra. Questa, si ritrova solo nelle parole: sputate, rinfacciate o urlate nel silenzio come se l’aria potesse assorbire i rigurgiti di rabbia e frustrazione. È una coppia che scoppia, che ha poco da dirsi e tanto da urlarsi.
E lo fanno così, in una notte, mentre la fortuna fa l’occhiolino all’abitudine d’amare e alla noiosa quotidianità. Carmelo Alù e Federica Cavallaro interpretano il classico dèjà vu della coppia annoiata, demarcata dalla forse ovvia differenza di ceto. Tra una lei borghese e un lui nullatenente, uniti solo dai sogni, da illusorie nuvole di futura vita felice. Eppure l’essenza dell’amore – o l’assenza dello stesso – farà da collante in questa coppia dove c’è poco o nulla da salvare. Sono Felice e Alice e fanno rima l’uno con l’altra nonostante la fortuna persa e l’avversità del caso, loro rimangono lì, a farsi compagnia l’un l’altro, a curare le ferite dell’infanzia e i mali del presente. Interpretazione superba accompagnata da sottofondi musicali degni di nota. Sentiremo ancora parlare di loro.
Scrivi un Commento