“Il segreto del far ridere sta nella sorpresa”. Flavio Oreglio entra sulla scena della Sala Harpago-Gatto Blu di Catania, introdotto da un esilarante Gino Astorina, sottolineando di non essere un comico. Associa la sua capacità di far ridere alla riflessione, sciorina citazioni, coinvolge il pubblico con aforismi, battute incalzanti, cenni storici di cabaret a partire da Le Chat noir (il gatto nero) celebre locale adibito a spettacoli di teatro d’ombre e cabaret di Montmartre, a Parigi, fino agli Hydropahtes (gli Idropatici), circolo letterario parigino con più di settanta membri che si esibivano declamando poesie e testi di prosa.
Il recital Catartico!, in programma fino al 20 gennaio nella sala di via Vittorio Emanuele, parte da qui e si inserisce a pieno titolo in quel che viene definito il “teatro canzone” o “cabaret concerto”, un contenitore per quadri d’autore fatti di dissertazioni, osservazioni e analisi satirica e umoristica della realtà, un gioco a tutto campo tra monologhi e canzoni, in equilibrio tra la rabbia e il sorriso.
Si ride dunque ma per riflettere. “Si dice che la gente ami ridere per non pensare… – chiosa dal palco Flavio Oreglio – E’ un discorso sbagliato. Non bisogna mai ridere per non pensare, anche perché se si pensa, si ride molto ma molto di più, quindi… perché limitare le possibilità del divertimento?”.
Il “poeta catartico” propone uno spettacolo a tutto tondo portando molto del suo repertorio tra disillusioni e cinismi. E di certo non poteva mancare l’analisi sferzante, ironica e sarcastica della differenza tra uomo e donna, l’unica vera differenza tra essere umani. Per il resto, e Oreglio lo sottolinea più volte, siamo tutti uguali. Il messaggio è cristallino: “No al razzismo”. Che lo si dica ridendo o scherzando poco importa, il messaggio arriva forte e chiaro.
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