Il mito della Cavalleria Rusticana affascina il popolo americano


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Il mito della Cavalleria Rusticana affascina  le centinaia di americani presenti alla prima edizione del Verga Day.  Un’opera rappresentata dal regista Lorenzo Muscoso, dapprima nella versione lirica nella famosa Osteria di S.Teresa, dove  Roberto Cresca (Turiddu), Renata Campanella (Santuzza), Giovanni Di Mare(Alfio) ne hanno esaltato l’ espressione più drammatica, e poi in quella in prosa con la messa in scena alla Cunziria de “Il Duello – La sfida tra Alfio e Turiddu”. La magica cornice serale ha enfatizzato le performance dei protagonisti, in un uno spazio di oltre 50 metri con 36 scene disposte in 12 location. Il dramma raccontato attraverso forme di dialogazione armoniose affini a Shakespeare, presenta una struttura vicina a quella della tragedia greca e di Seneca,  densa di un virtuoso romanticismo che si concentra, soprattutto, nella rappresentazione degli aspetti emotivi che condurranno la tragedia. Una costruzione che trasferisce sintassi filmiche in un contesto teatrale, e ne fonda un  proprio linguaggio assoluto denominato “Motion Theatre” che non risparmia nessun tipo di esperienza sensoriale. Geometrie, location, movimento, illustri citazioni come quella rivolta a Sergio Leone nella costruzione enfatica della scena attraverso l’uso di partiture musicali sincroniche, scritte dal Maestro Flavio Burtone,  a  Ingmar Bergman, invece, nello svelamento del proprio essere e delle  più intime fragilità e debolezze. Una narrazione sviluppata al tempo presente anche attraverso un narratore (Paolo Giaquinta),  in una visione non distante dalla realtà, che propone riflessioni di carattere sociale, come la violenza sulle donne, nella sua più autentica crudeltà, progredita nel momento di rabbia di  Massaro Cola; la vendetta, quella di Alfio (Paolo Randello), come conseguenza più adeguata a ripagare il torto subito; la tristezza di Lola, sofferente nella solitudine, frustrata per una vita disincantata e priva di ogni stimolo; l’amore di Santuzza (Milena Polizzi), l’unica cosa per quale forse, vale  la pena sacrificare una vita, quella di Turiddu (Massimo Laferla), destinato a perire nel luogo a lui più caro. Infine, la disperazione, quella assoluta, che uccide quanto la morte, quando il dramma si unifica a quello di una madre (Raimonda Ventura),  la cui  perdita del figlio, diventa un dolore agonizzante e  insanabile. Nei prossimi mesi questo nuovo ed emozionante adattamento sarà rappresentato anche all’estero in alcuni importanti teatri, portando quindi in alto, il valore dell’arte italiana.

 

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