In questi giorni il cartellone del Brancati di Catania, si arricchisce di una preziosa gemma, Il principe del foro, commedia in due atti di e con Pippo Pattavina, tratta da un libero adattamento della commedia francese di Albin Valabrègue e Maurice Ordonneau, “Durand et Durand”.
La spinta che ha fornito al mattatore catanese il “la” per riscrivere in lingua italiana il testo, è stata l’omonimia tra due cugini, le cui diverse professioni, salumiere benestante l’uno e avvocato di successo l’altro, offrono l’occasione propizia per dare vita ad una serie di spassosi equivoci. Da qui il nostro, appunto, riscrive i dialoghi che creano esilaranti situazioni ambigue e che si susseguono a ritmo incalzante. Con la regia di Enzo Donato, le scene di Susanna Messina e i costumi delle sorelle Rinaldi, un cast d’eccezione. Dal sommo maestro Pattavina, suocero orgoglioso, ai due straordinari cugini omonimi, Giampaolo Romania il salumiere e Riccardo Maria Tarci l’avvocato, si alternano mirabilmente sul palco nei vari ruoli Raffaella Bella, Aldo Toscano, Lucia Portale, Olivia Spigarelli, Enrico Manna, Raniela Ragonese, Giulia Oliva.
La pièce teatrale trova la sua collocazione temporale negli anni trenta, in pieno regime fascista, e le gradevoli musiche d’epoca spesso sottolineano dialoghi e situazioni, deliziando gli spettatori. La comicità di Pattavina, poi, regala battute divertenti e per nulla scontate, sottolineate sempre dagli applausi scroscianti del pubblico. Una commedia dal vago sapore retrò, nostalgica e romantica, ma, nello stesso tempo attualissima, in cui i valori di ieri e di oggi si mescolano e si scoprono non esageratamente diversi. Un tuffo nel passato che è poi un’istantanea del presente.
Scrivi un Commento