La ballata degli elefanti: fratelli diversi, ma da chi?


la ballata degli elefanti
Una scena dello spettacolo La ballata degli elefanti

Se non siete pronti a regredire, quel che basta, verso universi infantili, travolti dalla dirompente fantasia che solo l’immersione in uno stato giocoso, e in questo caso in un teatro senza pareti, può provocare, La ballata degli elefanti non fa per voi. Altrimenti, accomodatevi e liberatevi ridendo e sorridendo, a volte amaramente, con le storie intrecciate narrate e giocate dai cinque attori, tutti fratelli e tutti diversi.  La regista Pamela Toscano, con gli attori Carmelo Motta, Giuseppe Caccamese, Massimo Gagliano e la giovanissima Marta Tornabene, alla sua prima apparizione, vi catapulteranno in una simbolica e riflessiva analisi sociale e famigliare, non trascurando, neanche per un attimo, l’atmosfera ludica, spontanea e infantile che facilita la ricezione del messaggio al pubblico, rendendola istantanea ed efficace. Lo spettacolo teatrale, vivo, attivo e travolgente è nato da un’idea di Bianca Caccamese, e si è basato su un laboratorio di narrazione cui hanno partecipato coppie di fratelli e sorelle. Dal ricordo di uno dei partecipanti, costretto dalla sorella a danzare la Ballata degli elefanti, canzone dello Zecchino d’oro, viene fuori il titolo; da un disegno a più mani, che casualmente rappresenta proprio un elefante, nasce la locandina; dalle confessioni e dai ricordi dei fratelli, la stesura del copione; infine con l’improvvisazione di giochi, solletichi, acchiappa-acchiappa, e travestimenti, ecco ultimato lo spettacolo. La ballata degli elefanti è anche una missione di educazione e sensibilizzazione che l’Associazione CULTure Possibili porta avanti, rispettando quello che dovrebbe essere l’autentico scopo del teatro. Stavolta, attraverso le storie, tutte vere ed alcune molto difficili, delle coppie di fratelli, l’Associazione ha affrontato la tematica attuale e scottante della paura della diversità, sia questa “nei confronti degli extracomunitari o dei ciccioni o dei quaccheri”. Nella suggestiva scena finale gli attori hanno letteralmente trascinato gli spettatori sul palco agghindandoli con parrucche e copricapi divertenti, mentre affermavano che siamo tutti diversi e invitavano a gioire di questa diversità che ci rende unici. Al termine della performance la riflessione si è inoltre prolungata e trasformata in un incontro diretto e partecipato tra Bianca Caccamese, gli attori, e gli studenti di cinque scuole catanesi. Il progetto di educazione parte infatti dalle nuove generazioni, in cui l’associazione CULTure Possibili, attraverso il dibattito e il confronto, vuole risvegliare la curiosità verso il teatro e l’attenzione su tematiche delicate, come la diversità e l’integrazione, per contribuire alla formazione di nuovi punti di vista contro il pregiudizio. La pièce sarà in scena al Centro Culturale Zō di Catania il 25 e il 26 novembre alle ore 21.

 

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