Il mondo della scuola Antonello Taurino lo conosce bene, ne evidenzia contrasti, criticità, incongruenze ministeriali, formative e didattiche. L’attore, da solo sul palco, racconta la scuola, di ieri e di oggi tracciando un percorso tragicomico tra la Buona scuola e l’insegnamento Dad. Un confronto spietato ma quanto mai reale. Del resto per Antonello Taurino la scuola è quotidianità. È docente, comico e attore, laureato in Lettere moderne e diplomato in Conservatorio di chitarra classica. L’artista porta in scena sul palco di Zō Centro Culture Contemporanee di Catania, ospite della rassegna Palco Off, diretta da Francesca Romana Vitale, lo spettacolo La scuola non serve a nulla 2.0, scritto a quattro mani con Carlo Turati, in replica oggi pomeriggio alle 18, prodotto dal Teatro della Cooperativa (Mi).
Il confronto è spietato, disarmante. Come eravamo e come siamo diventati. Gli alunni di ieri e quelli di oggi. Il racconto procede incalzante per oltre un’ora con momenti straordinariamente esilaranti come nel caso dei Promessi sposi spiegato a studenti induisti, musulmani, cattolici e deboli di cuore e quindi adattato a storia e geografia di Paesi differenti. Si coglie la nostalgia, il ricordo netto e preciso che l’attore fa della vecchia scuola, quando il docente aveva autorità e autorevolezza.
Precisi e puntuali accorgimenti scenici, come gli audio fuori onda (ahinoi reali), ci fanno fare capolino nelle classi contemporanee. Lo spettatore diventa testimone di situazioni e atteggiamenti spesso balzati agli onori delle cronache.
Ci perdonerete la volgarità ma riportiamo da testo teatrale, anzi da cruda realtà: “Che cazzo vuoi prof! Stai zitta balena? Come lo ciucci il cazzo?”.
Impensabile ai nostri tempi, già i nostri tempi, ma non stiamo parlando di chissà quanto tempo fa.
Ma allora cos’è cambiato? Ci ha cambiati il digitale? O siamo cambiati noi?
Lo spettacolo di Antonello Taurino va visto perchè non solo è divertente ma ti porta a riflettere. E una riflessione seria sull’argomento andrebbe fatta.
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