È un continuo miracolo storico culturale che i testi lasciatici in eredità dai nostri padri della magna grecia siano sempre di così forte attualità. È il caso della tragedia che trasmette spesso una morale, ma alle volte è anche il caso della più rara commedia, e non possiamo che riferisci ad Aristofane di cui è andata in scena Lysistrata, sabato sera al Palazzo Platamone.
Un buon adattamento di Valentina Ferrante, un linguaggio semplice e molto attuale, alle volte scurrile ma non volgare perchè della commedia che ne interpreta e del messaggio del testo, l’attore sul palco ne mantiene tutta la sua dignità.
Uno stile linguistico, quello utilizzato, comprensibile da tutti che solletica spesso la risata e nonostante il riferimento a gli organi sessuali maschili e femminili sia costante per necessità di narrazione, la commedia non sfinisce lo spettatore che ne rimane dilettato fino alla fine gustando dell’antica tradizione , tutta la sua peculiarità.
Uno spettacolo realizzato dal Banned Theatre, che attribuisce in questa versione di Lysistrata diretta da Valentina Ferrante e Micaela De Grandi, ad entrambi i sessi in egual misura pregi e difetti differenziandosi in questo dalla visione greca della donna, che era allontanata dalla vita pubblica della società.
Un lavoro in co-produzione con il “Calatafimi Segesta Festival- Dionisiache 2016” con musiche originali di Luca Mauceri, costumi di Nunzia Capano, interpretato da Giovanna Crisciuolo, Micaela De Grandi, Valentina Ferrante, Federico Fiorenza, Massimiliano Geraci e Giovanni Rizzuti, assistenti alla regia Roberta Andronico e Luigi Nicotra.
Una colorata e spiritosa messa in scena, leggermente stilizzata nella caratterizzazione dei personaggi che sembrano evocare gli stereotipi manga di Hideo Azuma, disegnatore del famosissimo Pollon; un tantino eccessiva nella parte finale, che attraverso i balli e i canti fa scattare nella mia mente il parallelismo elementare col “Fantabosco” della Melevisione, ma nonostante la sua semplicità questa Lysistrata riesce allo stesso tempo a diventare una commedia profonda ed impegnativa, e perchè no proprio questa peculiarità rende lo spettacolo accessibile ai più.
La bravura degli attori sul palco emoziona lo spettatore sopratutto nella tragicità del suo messaggio, l’appello alla fine della guerra e la richiesta disperata, sempre attuale, di vivere in una società fatta di pace.
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